il punto - tutti i libri della collana il punto, Johan & Levi - Johan & Levi Editore
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Johan & Levi: il punto

Kiefer e Feldmann - Eroi e antieroi nell'arte tedesca contemporanea
Seguendo la logica della definizione per coppie di opposti (leggero/pesante, faceto/serio) in questo volume Massimo Minini analizza e affianca i due artisti che sono diventati simbolo dell’arte della Germania a cavallo dei due millenni: Anselm Kiefer e Hans-Peter Feldmann.Da un lato Kiefer, erede perfetto di un’arte che ha radici profonde nell’espressionismo, nell’espressione di sentimenti e stati d’animo che, tra Jung e Freud, tra Wagner e Goethe, tra Hans Baldung e Lukas Cranach, non possono non essere profondi, pesanti, impegnati. Kiefer risuscita fantasmi mai sopiti, dà corpo a una grandeur anche nei temi, nei formati, nei materiali (fili spinati, cavalli di frisia, campi arati in lunghe prospettive e dove la materia risulta spessa e pesante, quasi scultorea).Dall’altro Feldmann, che la prende alla leggera, ci dice che l’arte è sì una cosa seria, ma che non bisogna drammatizzare. Questo curioso, ironico, a volte ridicolo signore tedesco è un artista concettuale della prima ora ma meno grave dei suoi colleghi, tanto che all’epoca pochi lo presero sul serio, al punto che nei primi anni ottanta, constatato il fallimento, Feldmann decise di non fare più l’artista e per una decina d’anni cambiò mestiere. Ma un giorno Kaspar König gli offrì una mostra a Francoforte e tutto si rimise in moto, fino alle celebrazioni e il successo degli ultimi anni.Nell’incontro-scontro tra questi due emblemi di opposte attitudini ritroviamo l’immagine complessa della cultura visiva di una nazione.
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Kiefer e Feldmann

Eroi e antieroi nell'arte tedesca contemporanea

Massimo Minini

pagine: 68 pagine

Seguendo la logica della definizione per coppie di opposti (leggero/pesante, faceto/serio) in questo volume Massimo Minini analizza e affianca i due artisti che sono diventati simbolo dell’arte della Germania a cavallo dei due millenni: Anselm Kiefer e Hans-Peter Feldmann.Da un lato Kiefer, erede perfetto di un’arte che ha radici profonde nell

Oltre lo specchio

Claude Cahun e la pulsione fotografica

Silvia Mazzucchelli

pagine: 72 pagine

Claude Cahun (1894-1954) è un’artista, fotografa e scrittrice vissuta nella Francia della prima metà del Novecento, in pieno fervore surrealista. Al centro della sua ricerca artistica e letteraria vi sono i temi dell’identità, del superamento dei confini di genere e delle proprie origini ebraiche in un contesto sociale fortemente antisemita.
Harald Szeemann - Un caso singolare
Nel settembre del 1988 una giovane Nathalie Heinich fa visita ad Harald Szeemann nel suo studio sul Monte Verità. Heinich è lì per intervistarlo, vuole trovare conferma a un'intuizione: la figura del curatore è sempre più assimilabile a quella dell’autore e nessuno può dirlo meglio di Szeemann, che realizza mostre da trent’anni e ha ridefinito le pratiche curatoriali secondo una metodologia personale.Szeemann è stato il più giovane direttore alla Kunsthalle di Berna, poi segretario generale di documenta 5 a Kassel (1972). Ma è diventato un mito con la folgorante “When Attitudes Become Form”, la mostra che nel 1969 ha rappresentato per lui una catarsi, una rottura con il passato in nome di un’estetica nuova. Nel panorama dei curatori-autori Szeemann è il “caso singolare”. Questa singolarità è data da un profilo individuale insostituibile, che si scosta dai sentieri già battuti per inseguire le proprie intuizioni, spostando l’asse dal valore ufficiale delle opere alla natura quasi sentimentale del rapporto con l’artista e con la materia da esporre. Il curatore-autore si affida unicamente al proprio sesto senso, alle proprie ossessioni: rifiuta di fare carriera per occuparsi di temi che è l’unico a potere trattare.La difesa della singolarità plasma i contenuti delle singole mostre, ma anche il nesso logico fra una mostra e l’altra, fino a formare un insieme che assume sempre più l’aspetto di una grande opera personale, sorretta da un’intima necessità, alimentata dalle circostanze di una traiettoria biografica e non già dal caso o dalle imposizioni di un programma istituzionale.  
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Harald Szeemann

Un caso singolare

Nathalie Heinich

pagine: 69 pagine

Nel settembre del 1988 una giovane Nathalie Heinich fa visita ad Harald Szeemann nel suo studio sul Monte Verità. Heinich è lì per intervistarlo, vuole trovare conferma a un'intuizione: la figura del curatore è sempre più assimilabile a quella dell’autore e nessuno può dirlo meglio di Szeemann, che realizza mostre da trent’anni e

La Mamma

Una mostra di Harald Szeemann mai realizzata

Pietro Rigolo

pagine: 64 pagine

Dopo essere stato il più giovane direttore alla Kunsthalle di Berna e segretario generale di documenta 5 (Kassel, 1972), la decisione di non essere più legato a un’istituzione porta Harald Szeemann a ideare mostre personali che reinventano il formato e il contenuto stesso del medium in modo estremo, concentrandosi non più solo sulla produzi

Copie originali

Iperrealismi tra pittura e cinema

Rinaldo Censi

pagine: 76 pagine

Nella sua accezione più comune l’iperrealismo è una corrente pittorica che rappresenta la realtà partendo da un’immagine fotografica, ingrandita il più possibile, riportandola come disegno e cercando di essere più fedeli della normale percezione; tuttavia, la pratica ha avuto vari sviluppi e a tutt’oggi non vi è una definizione univoca
Elogio di "Funny Guy" Picabia, inventore della Pop Art
Elogio di “Funny Guy” Picabia, inventore della Pop Art prende spunto dal ritrovamento postumo di un corpus di dodici disegni di Francis Picabia risalenti al 1923 realizzati a inchiostro su carta per illustrare le copertine della rivista Littérature, fondata e diretta da André Breton. Per questi disegni, rimasti inediti, Picabia si appropria delle immagini pubblicitarie di una rivista o della brochure di un grande magazzino, le copia e fornisce nome e prezzo esatto di vendita di ciascun articolo. Semplice materiale pubblicitario su cui Picabia appone le proprie iniziali, per ironizzare forse sulla sua scarsa capacità di vendersi e forse anche per sdrammatizzare l’insuccesso della sua mostra alla galleria Dalmau di Barcellona, di cui Breton fu testimone. Essi rappresentano una svolta stilistica e tematica rispetto ai progetti realizzati fino a quel momento dall’artista. Picabia usa per la prima volta una strategia commerciale come strategia di sovversione artistica; eleva cioè la volgare propaganda commerciale a opera d’arte. Così facendo inventa la Pop Art e diventa precursore di Warhol, Lichtenstein e Rosenquist. In questo testo Lebel ricostruisce il contesto e le circostanze in cui furono realizzati i disegni. Gli anni 1922-23 sono quelli dell’implosione del movimento Dada e del suo slittamento nel Surrealismo, dell’esperienza della rivista Littérature (terreno di confronto e scontro per gli artisti e scrittori coinvolti), dell’amicizia e collaborazione tra Picabia e Breton, di un viaggio in macchina per Barcellona in occasione della mostra alla galleria Dalmau, preceduta da una conferenza all’Ateneu barcelonés.Non è un testo per specialisti e pur trattando una parte molto specifica e poco conosciuta della produzione debordante e caleidoscopica di Picabia, l’autore riesce a introdurre anche un lettore generico all’universo di questo artista e al contesto in cui operò. Lebel non è un detrattore della Pop Art americana: Warhol e gli altri artisti pop non avevano mai visto i disegni di Picabia che all’epoca non erano ancora stati ritrovati. Il testo quindi non vuole in nessun modo insinuare che gli americani abbiano “rubato” l’idea a Picabia.Corredano il testo una lettera inedita di Picabia a Breton, data 1923, e un disegno dello stesso anno, sempre inedito, che accompagnava la lettera.  
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Elogio di "Funny Guy" Picabia, inventore della Pop Art

Jean-Jacques Lebel

pagine: 52 pagine

Elogio di “Funny Guy” Picabia, inventore della Pop Art prende spunto dal ritrovamento postumo di un corpus di dodici disegni di Francis Picabia risalenti al 1923 realizzati a inchiostro su carta per illustrare le copertine della rivista Littérature, fondata e diretta da André Breton. Per questi disegni, rimasti inediti, Picabia si appropria d

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