fbevnts il punto - tutti i libri della collana il punto, Johan & Levi - Johan & Levi Editore
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Johan & Levi: il punto

Un ritratto mondano - Fotografie di Ghitta Carell
Il volume ricostruisce la vita e l’opera della fotografa Ghitta Carell (1899-1972), ungherese d’origine, che nel 1924 si trasferisce in Italia, dove in breve tempo sarà annoverata tra i più celebri ritrattisti. Con determinazione, Carell entra in contatto con l’aristocrazia, l’élite intellettuale e la classe politica italiana, ritraendo icone come Maria José di Savoia e la famiglia reale. Tra i suoi scatti più noti ci sono quelli di Benito Mussolini, con i quali consolida la propria notorietà e veicola alcune delle immagini più ricorrenti del Duce.Nel 1938 affronta il dramma dell’antisemitismo e poi il conflitto bellico, un periodo che segna un cambiamento radicale nella sua vita e carriera, portandola a un lento declino nel dopoguerra. La sua biografia, sia umana che artistica, si sviluppa al di fuori delle narrazioni tradizionali della modernità, rivelando un’opera molto più complessa di quanto non suggeriscano le etichette riduttive di “fotografa del potere” o “fotografa dell’anima” a cui spesso viene associata. Il lavoro di Ghitta Carell si distingue per una sintesi espressiva che unisce, in un’affascinante dialettica, le tensioni tra avanguardie e tradizione che caratterizzano il dibattito artistico dell’epoca fascista. La sua acrobatica miscela figurativa evoca suggestioni provenienti da contesti diversi, talvolta opposti, come la ritrattistica rinascimentale e barocca e il gusto glamour delle fotografie che celebrano le star di Hollywood. Questo volume mette in evidenza l’importanza del suo lavoro nel panorama della fotografia e dell’arte del Novecento. La sua arte merita senza dubbio un risarcimento critico che ne riconosca l’alto livello e la complessità, spesso trascurata nel corso della storia.
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Un ritratto mondano

Fotografie di Ghitta Carell

Roberto Dulio

pagine: 108 pagine

Il volume ricostruisce la vita e l’opera della fotografa Ghitta Carell (1899-1972), ungherese d’origine, che nel 1924 si trasferisce in Italia, dove in breve tempo sarà annoverata tra i più celebri ritrattisti. Con determinazione, Carell entra in contatto con l’aristocrazia, l’élite intellettuale e la classe politica italiana, ritraendo

L'insieme vuoto

Per una pragmatica dell'immagine

Federico Ferrari

pagine: 72 pagine

Che cos’è un’immagine? Perché le immagini hanno assunto un’importanza così grande nelle nostre vite? Cosa significa avere uno sguardo? Federico Ferrari riflette sulla società delle immagini e sul rapporto ritmico tra immagine e parola, ritmo che forgia il nostro orizzonte, concentrandosi sull’uso delle immagini e sul mondo che esse crea
Macchina e stella - L’eredità di Duchamp
A partire dagli emblemi lasciati in eredità da Duchamp alla seconda metà del Novecento, la macchina e la stella, questo volume presenta tre minisaggi sul tema dell’ispirazione e delle sue intermittenze. A partire dalle opere di Marcel Duchamp, Jasper Johns e Alighiero Boetti, Michele Dantini getta nuova luce sulla metafora dell’artista come “macchina”, sul venir meno del processo creativo come ordinata routine professionale che aveva tradizionalmente caratterizzato la trasposizione dell’ “idea” in immagine. Una svolta per certi versi liberatoria, ma anche foriera di implicazioni allarmanti, sperimentate in tutta la loro urgenza dalla generazione “informale”: come proteggersi dalle discontinuità dell’“ispirazione”, come conferire durata al tempo interiore, se tutto si risolve nell’irripetibile eccezionalità dell’attimo? Dantini analizza passo dopo passo la “reinvenzione” del mestiere di artista: la curiosa adozione di readymade per restituire plausibilità e vigore alle tecniche tradizionali, la dilatazione indefinita dei tempi di esecuzione; la pratica dell’arte della ripetizione e la creazione di appaganti routine grazie a procedimenti “automatici”, impersonali e addirittura delegabili. Al “miserabile spettatore” e alla sua acutezza il compito di cogliere nelle opere una continuità nella transizione, di ricostruire le metafore soggiacenti e «interpretare una routine rivelatasi improvvisamente sgombra di tecniche e riferimenti riconoscibili».
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Macchina e stella

L’eredità di Duchamp

Michele Dantini

pagine: 96 pagine

A partire dagli emblemi lasciati in eredità da Duchamp alla seconda metà del Novecento, la macchina e la stella, questo volume presenta tre minisaggi sul tema dell’ispirazione e delle sue intermittenze. A partire dalle opere di Marcel Duchamp, Jasper Johns e Alighiero Boetti, Michele Dantini getta nuova luce sulla metafora dell’artista come

Fantastiche presenze

Note su estetica, arte contemporanea e realtà aumentata

Sofia Pirandello

pagine: 112 pagine

La realtà aumentata popola il contesto quotidiano con oggetti digitali e interattivi, consentendo di operare trasformazioni concrete sull’ambiente per mezzo di un’immagine intelligente e responsiva. Da mero oggetto di contemplazione, l’immagine si fa dunque corpo, sintetico ma sensibile, capace di coinvolgere, talvolta di incantare e spavent
Kiefer e Feldmann - Eroi e antieroi nell'arte tedesca contemporanea
Seguendo la logica della definizione per coppie di opposti (leggero/pesante, faceto/serio) in questo volume Massimo Minini analizza e affianca i due artisti che sono diventati simbolo dell’arte della Germania a cavallo dei due millenni: Anselm Kiefer e Hans-Peter Feldmann.Da un lato Kiefer, erede perfetto di un’arte che ha radici profonde nell’espressionismo, nell’espressione di sentimenti e stati d’animo che, tra Jung e Freud, tra Wagner e Goethe, tra Hans Baldung e Lukas Cranach, non possono non essere profondi, pesanti, impegnati. Kiefer risuscita fantasmi mai sopiti, dà corpo a una grandeur anche nei temi, nei formati, nei materiali (fili spinati, cavalli di frisia, campi arati in lunghe prospettive e dove la materia risulta spessa e pesante, quasi scultorea).Dall’altro Feldmann, che la prende alla leggera, ci dice che l’arte è sì una cosa seria, ma che non bisogna drammatizzare. Questo curioso, ironico, a volte ridicolo signore tedesco è un artista concettuale della prima ora ma meno grave dei suoi colleghi, tanto che all’epoca pochi lo presero sul serio, al punto che nei primi anni ottanta, constatato il fallimento, Feldmann decise di non fare più l’artista e per una decina d’anni cambiò mestiere. Ma un giorno Kaspar König gli offrì una mostra a Francoforte e tutto si rimise in moto, fino alle celebrazioni e il successo degli ultimi anni.Nell’incontro-scontro tra questi due emblemi di opposte attitudini ritroviamo l’immagine complessa della cultura visiva di una nazione.
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Kiefer e Feldmann

Eroi e antieroi nell'arte tedesca contemporanea

Massimo Minini

pagine: 68 pagine

Seguendo la logica della definizione per coppie di opposti (leggero/pesante, faceto/serio) in questo volume Massimo Minini analizza e affianca i due artisti che sono diventati simbolo dell’arte della Germania a cavallo dei due millenni: Anselm Kiefer e Hans-Peter Feldmann.Da un lato Kiefer, erede perfetto di un’arte che ha radici profonde nell

Oltre lo specchio

Claude Cahun e la pulsione fotografica

Silvia Mazzucchelli

pagine: 72 pagine

Claude Cahun (1894-1954) è un’artista, fotografa e scrittrice vissuta nella Francia della prima metà del Novecento, in pieno fervore surrealista. Al centro della sua ricerca artistica e letteraria vi sono i temi dell’identità, del superamento dei confini di genere e delle proprie origini ebraiche in un contesto sociale fortemente antisemita.

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