Collezionismo - tutti i libri per gli amanti del genere Collezionismo - Johan & Levi Editore
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Collezionismo

Tesori etruschi - La collezione Castellani tra storia e moda
La mostra “Tesori etruschi. La collezione Castellani tra storia e moda” (25 ottobre 2023 – 3 marzo 2024), ospitata presso la Fondazione Luigi Rovati e organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, porta a Milano i più importanti reperti archeologici e gli straordinari gioielli della collezione Castellani, una delle raccolte antiquarie romane più ricche e conosciute, non solo per l’importanza degli oggetti che la compongono, ma anche per il rilievo delle personalità che contribuirono a costituirla nel corso dell’Ottocento.Al nome della famiglia Castellani è legata sia l’invenzione di un nuovo genere di gioielleria e oreficeria “nello stile degli antichi”, che imitava nell’aspetto e nelle tecniche i materiali di origine archeologica, sia un’intensa attività di collezionismo e commercio di antichità provenienti dalla Penisola, culminata nel 1926 con la cessione del nucleo più consistente della raccolta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.La possibilità di esporre una selezione di questi oggetti, per la prima volta eccezionalmente al di fuori della loro sede, permette di apprezzare non solo la grande varietà di materiali, ma anche la singolare qualità, che aveva reso a lungo lo studio di ricevimento Castellani una tappa obbligata per i visitatori della Città Eterna. Il catalogo ricalca il percorso espositivo presentando le opere esposte nelle seguenti sezioni: i capolavori, le produzioni mediterranee, la vita femminile, le oreficerie, dèi ed eroi e la famiglia Castellani. Con testi di Maria Paola Guidobaldi, Antonella Magagnini, Daniel Neumann, Valentino Nizzo, Giulio Paolucci, Giuseppe Sassatelli, Annalisa Zanni, il catalogo è arricchito da importanti contributi che aggiungono diverse novità a quello che già si sapeva sull’importanza storica della collezione Castellani e sulle sue caratteristiche, con particolare riguardo al suo intreccio tra antico e moderno.Il catalogo è pubblicato in lingua italiana con testo inglese in allegato.
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Tesori etruschi

La collezione Castellani tra storia e moda

pagine: 208

La mostra “Tesori etruschi. La collezione Castellani tra storia e moda” (25 ottobre 2023 – 3 marzo 2024), ospitata presso la Fondazione Luigi Rovati e organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, porta a Milano i più importanti reperti archeologici e gli straordinari gioielli della collezione Castellani, una
Diego, l'altro Giacometti
Infaticabile assistente e paziente modello, Diego Giacometti ha condiviso con il fratello Alberto quarant’anni di vita e di lavoro, in un rapporto simbiotico tra i più intensi della storia dell’arte moderna.Il suo è un percorso creativo a cavallo tra scultura e design, con un approccio molto personale all’arte della decorazione: i mobili e gli oggetti da lui realizzati rincorrono un’eleganza asciutta e severa, impreziosita da sottili riferimenti a civiltà di altre epoche, a partire da quella etrusca, ed esaltata dalla predilezione per il bronzo. L’istintiva simpatia per gli animali lo porta a ritrarli spesso, anche nei mobili: la loro presenza non ha solamente una funzione ornamentale, ma trasforma la struttura stessa dell’oggetto animandone i volumi interni che, come le linee essenziali di un paesaggio, diventano ancora più leggeri e ariosi. Sono ideali che Diego condivide con il celebre arredatore d’interni Jean-Michel Frank, con cui collaborò in più occasioni.Oltre alle numerose committenze dei privati, Diego è sollecitato anche dalle istituzioni pubbliche, dal Musée national Marc Chagall fino alla commissione più prestigiosa: la proposta di realizzare, ormai ottantenne, la decorazione per il nuovo Musée Picasso di Parigi, sua consacrazione postuma, e definitiva, come artista.In questo catalogo, pubblicato in occasione della prima mostra italiana su Diego Giacometti presso la Fondazione Luigi Rovati, il curatore Casimiro Di Crescenzo ne traccia il profilo biografico, fa luce su molti aspetti della vita dei fratelli Giacometti a Parigi, puntualizza alcuni fatti e scopre novità interessanti, ricorrendo anche alla corrispondenza con i familiari. I quattro testi che introducono le sezioni delle opere descrivono i nuclei tematici della produzione di Diego (scultura, mobili e oggetti, raffigurazioni di animali), oltre che il già citato ruolo come modello di altri, del padre ma soprattutto di Alberto.Il catalogo è arricchito da testi di Roger Montandon, Eberhard W. Kornfeld, Henri Cartier-Bresson.
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Diego, l'altro Giacometti

pagine: 224 pagine

Infaticabile assistente e paziente modello, Diego Giacometti ha condiviso con il fratello Alberto quarant’anni di vita e di lavoro, in un rapporto simbiotico tra i più intensi della storia dell’arte moderna.Il suo è un percorso creativo a cavallo tra scultura e design, con un approccio molto personale all’arte della decorazione: i mobili e
L'archivio d'artista - Princìpi, regole e buone pratiche
È disponibile in una nuova edizione aggiornata e integrata in base alla riformata disciplina penale dei reati contro il Patrimonio Culturale entrata in vigore a marzo 2022.Legata al concetto di memoria, l’archiviazione risponde da sempre al bisogno di raccogliere e tutelare una testimonianza tramite i documenti che la attestano. Per un artista, l’archivio è essenziale non solo per conservare la traccia materiale del suo passaggio in un determinato ambiente culturale ma anche per la verifica, la difesa e la certificazione dell’autenticità delle opere, nonché per rendere tale patrimonio accessibile e condiviso. Ma che cosa si intende per archivio d’artista e come viene strutturato? Quali normative legali e quali consuetudini si applicano? Come si organizza una successione e come prende forma un catalogo ragionato? Quali competenze coinvolge e quali requisiti lo rendono un punto di riferimento per gli studiosi e per il mercato? Questo volume – nato a partire dal Corso per curatore di archivio d’artista promosso da AitArt (Associazione Italiana Archivi d’Artista) – riunisce punti di vista e competenze diverse spaziando dalle materie umanistico-storiche a quelle economico-giuridiche, senza dimenticare gli aspetti più pratici legati alla schedatura e alla digitalizzazione. Nel suo duplice intento di diffondere princìpi ispiratori e proporre modalità di gestione, delinea una vera e propria deontologia professionale e si configura così come un vademecum imprescindibile per chiunque voglia sviluppare una professionalità specifica e farsi custode di un ecosistema complesso e prezioso come quello dell’archivio d’artista.
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L'archivio d'artista

Princìpi, regole e buone pratiche

pagine: 472 pagine

È disponibile in una nuova edizione aggiornata e integrata in base alla riformata disciplina penale dei reati contro il Patrimonio Culturale entrata in vigore a marzo 2022.Legata al concetto di memoria, l’archiviazione risponde da sempre al bisogno di raccogliere e tutelare una testimonianza tramite i documenti che la attestano. Per un artista,
Restituzione - Il ritorno a casa dei tesori trafugati
Il tema dei beni culturali sottratti illecitamente ai loro contesti originari anima da decenni il dibattito globale. E ha acquistato nuovo slancio da quando l’opinione pubblica ha puntato i riflettori su prestigiose collezioni occidentali in cui sono custoditi tesori provenienti da paesi che oggi ne rivendicano la proprietà. Alexander Herman ci offre una panoramica ampia e aggiornata dei casi più controversi, come la querelle intorno ai marmi del Partenone o il parziale rimpatrio dei bronzi del Benin, passando per gli oggetti trafugati dal Palazzo d’Estate di Pechino e i dipinti requisiti dai nazisti.Quella della restituzione, però, è una faccenda più complessa di quel che appare, non solo perché obbliga a fare i conti con i soprusi degli antenati, ma anche perché applicare un’idea contemporanea di giustizia a istanze del passato può avere un costo imprevisto. Se oggi risulta inaccettabile che i simboli di un culto religioso strappati alle comunità indigene facciano bella mostra di sé nei musei dei “predatori”, in molti casi si tratta di manufatti entrati a far parte di quelle collezioni da secoli; alcuni hanno assunto un enorme valore culturale e perfino finanziario per le istituzioni che li ospitano, le quali potrebbero non essere disposte a rinunciarvi. Nell’indagare in che modo sia possibile negoziare le riconsegne, questo saggio si interroga anche sul paradigma stesso in cui siamo entrati: l’assillo di fare ammenda delle ingiustizie del passato potrebbe avere un impatto irreversibile sul settore culturale per gli anni a venire.
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Restituzione

Il ritorno a casa dei tesori trafugati

Alexander Herman

pagine: 120 pagine

Il tema dei beni culturali sottratti illecitamente ai loro contesti originari anima da decenni il dibattito globale. E ha acquistato nuovo slancio da quando l’opinione pubblica ha puntato i riflettori su prestigiose collezioni occidentali in cui sono custoditi tesori provenienti da paesi che oggi ne rivendicano la proprietà. Alexander Herman ci
Il quadro che mi manca
Un’avidità famelica accompagna lo sguardo di Giorgio Soavi nelle sue ricognizioni artistiche. Da spettatore affamato, egli consuma dipinti, disegni e sculture come si può consumare un piatto prelibato, assaporandone a fondo ogni ingrediente. E se accomuna spesso occhio e palato, è perché vede l’arte e i suoi prodotti come un animale vede e divora il cibo di cui ha bisogno per sopravvivere. Scrittore ma anche collezionista, in questi brevi resoconti pubblicati per la prima volta nel 1986 Soavi ci racconta vita, opere, consuetudini e vezzi degli artisti che ha amato e frequentato. Artisti come Giacometti, de Chirico e Balthus, che egli sorprende nell’intimità del loro ambiente, cogliendo in presa diretta il passaggio dalla vita all’arte e viceversa. Lo fa non da cronista occasionale e men che meno usando il gergo sibillino del critico d’arte, ma da intenditore della materia di cui scrive, proprio perché l’ha a lungo masticata senza esserne mai sazio. L’inventiva e la destrezza del romanziere si ritrovano quando descrive, per esempio, il sentimento di languore e oscenità che trasmettono i fiori di Horst Janssen colti appena un istante prima di avviarsi alla decomposizione. La stessa empatia la riserva alle minuziose nature morte di Gianfranco Ferroni, ai paesaggi marini e terreni di Piero Guccione, agli erbari floreali di Jean-Pierre Velly, agli amati disegni e acquerelli di Folon, Tullio Pericoli e Saul Steinberg, alle tele di Domenico Gnoli.Sembra che per Soavi l’unico modo di scrivere di quadri e di artisti sia quello di trattarli alla stregua di seducenti dettagli di una storia da raccontare, componendo pagine fatte di aromi e sapori, cariche di quella genuinità che si riserva ai discorsi fra amici.Con una prefazione di Andrea Pinotti
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Il quadro che mi manca

Giorgio Soavi

pagine: 320 pagine

Un’avidità famelica accompagna lo sguardo di Giorgio Soavi nelle sue ricognizioni artistiche. Da spettatore affamato, egli consuma dipinti, disegni e sculture come si può consumare un piatto prelibato, assaporandone a fondo ogni ingrediente. E se accomuna spesso occhio e palato, è perché vede l’arte e i suoi prodotti come un animale vede e

Lo strano caso di Francesco Mancinelli Scotti

pagine: 656 pagine

Il conte Francesco Mancinelli Scotti, di nobile famiglia umbra decaduta, viene colto a circa quarant’anni dalla “insana passione” per l’archeologia e gli scavi e dedica i successivi quaranta a “devastare” il territorio del Lazio settentrionale. Uomo di grandi slanci, che lo portano a vent’anni a entrare nelle fila garibaldine, Frances
Le gioie di collezionare
J. Paul Getty è stato uno dei più famosi imprenditori petroliferi americani e «l’uomo più ricco d’America» nel periodo 1950-1970, ma soprattutto un vorace collezionista d’arte e di antichità. Getty iniziò a collezionare negli anni trenta del Novecento e continuò, con un meccanismo compulsivo, fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante nella sua autobiografia As I See It abbia dichiarato di avere provato varie volte, inutilmente, a smettere.In questo agile volume Getty racconta aneddoti personali - selezionando una serie di opere-simbolo tra antichità, arredi e dipinti -, espone la sua filosofia del collezionismo, dispensa consigli e rievoca i suoi maggiori successi, incoraggiando i neofiti ad affrontare i pericoli e le insidie del collezionismo d’arte e a sperimentare in prima persona, a prescindere dal capitale disponibile, le emozioni, la passione e il richiamo dell’avventura che lui stesso aveva provato.Se il piacere personale delle conquiste emerge forte da questi racconti, è fondamentale ritrovarvi anche la genuina convinzione di Getty circa l’influenza civilizzatrice delle grandi opere d’arte e l’importanza di condividerle con il pubblico: «Per quanto possa sembrare banale in quest’epoca fragile e superficiale, la bellezza che si trova nell’arte è purtroppo uno dei pochi lasciti reali e sempiterni delle imprese umane. La bellezza sopravvive anche quando le nazioni e le civiltà crollano e le opere d’arte vengono trasmesse di generazione in generazione e di secolo in secolo, incarnando una continuità storica di valore immenso».Dalla sua collezione privata è nato, per sua stessa volontà, il J. Paul Getty Museum di Malibu.
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Le gioie di collezionare

J. Paul Getty

pagine: 93 pagine

J. Paul Getty è stato uno dei più famosi imprenditori petroliferi americani e «l’uomo più ricco d’America» nel periodo 1950-1970, ma soprattutto un vorace collezionista d’arte e di antichità. Getty iniziò a collezionare negli anni trenta del Novecento e continuò, con un meccanismo compulsivo, fino agli ultimi giorni della sua vita, n
Morozov e i suoi fratelli - Storia di una dinastia russa e di una collezione ritrovata
Eredi di una casata di industriali tessili la cui ascesa sociale è intrisa di leggenda, i fratelli Morozov non passano di certo inosservati. Colti, raffinati e al contempo fuori dagli schemi, incantano l’intelligencija moscovita con le loro gesta eccentriche: vestono alla moda e frequentano femmes fatales, giocano d’azzardo e abitano palazzi dagli stili a dir poco eclettici, amano l’arte e, soprattutto, la collezionano.Michail è il primo a volgere lo sguardo alla nuova pittura francese, ma dopo la sua morte precoce sarà Ivan a seguirne le orme assecondando una passione che non tarda a prendere il sopravvento. Dal 1904 lascia le sue fabbriche tutte le volte che può per far visita ai mercanti parigini più in voga, ma di rado si fa abbagliare dalle loro proposte. Ha un’idea precisa delle opere che cerca e una visione chiara di come esporle nelle sale del suo palazzo. Nella maniacale caccia ai dipinti più eccelsi dei maestri che predilige sa essere paziente come nessun altro e, a detta di Vollard che lo soprannomina il “russo che non contratta”, non lesina mai. Nel giro di pochi anni mette insieme una collezione superba che spazia dagli impressionisti a Cézanne, da Matisse e Picasso ai migliori pittori russi coevi. Una raccolta che non ha nulla da invidiare a quella del compatriota Sergej Ščukin, con la quale condividerà la triste sorte all’indomani della Rivoluzione.I capolavori che animavano le pareti del palazzo di via Prečistenka verranno infatti requisiti dallo Stato, smistati come carte da gioco tra Mosca e San Pietroburgo e lasciati a languire nei depositi dei musei per decenni prima di andare a costituire il nucleo di arte moderna del Museo Puškin e dell’Ermitage.A restituire a questa collezione il suo originario splendore è ora Natalia Semënova, che con piglio romanzesco riporta in vita lo sbalorditivo personaggio che fu Ivan Morozov, strappandolo all’oblio del rivolgimento fatale che ne ha oscurato la memoria.
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Morozov e i suoi fratelli

Storia di una dinastia russa e di una collezione ritrovata

Natalia Semënova

pagine: 240 pagine + 16 (inserto)

Eredi di una casata di industriali tessili la cui ascesa sociale è intrisa di leggenda, i fratelli Morozov non passano di certo inosservati. Colti, raffinati e al contempo fuori dagli schemi, incantano l’intelligencija moscovita con le loro gesta eccentriche: vestono alla moda e frequentano femmes fatales, giocano d’azzardo e abitano palazzi d
I libri di Vincent - Van Gogh e gli scrittori che lo hanno ispirato
Lettore insaziabile, Vincent van Gogh trascorre la sua breve vita divorando centinaia di libri, che sono per lui ricerca, fonte d’ispirazione, ma anche porti sicuri in acque tempestose. Tra le pagine che più lo catturano ci sono quelle di Dickens, Zola, dei fratelli Goncourt e di Maupassant, che legge e rilegge con furore e commozione e di cui medita ogni riga, fino a intessere un dialogo interiore costante con gli autori. Parte dell’energia e della tensione creativa che anima la sua pittura trae linfa proprio da questa irresistibile passione. D’altra parte per Vincent dipingere con le parole o con il pennello non fa differenza, poiché con la grande famiglia dei suoi prediletti condivide un preciso ideale: l’arte dev’essere per tutti, e tutti devono poterla comprendere.Esplorare la vita di Van Gogh attraverso la lente dei libri che amava è la grande intuizione di Mariella Guzzoni che, con fine animus narrativo, ci svela dettagli inediti nascosti tra le pieghe della sua arte: da Natura morta con Bibbia a Lettrice di romanzi, le tante opere che il genio olandese ha dedicato al tema dei libri e della lettura vengono così esaminate sotto una nuova luce. Nel ricorrere alle lettere di Vincent – qui presentate in una nuova traduzione – come principale strumento d’indagine, l’autrice lascia emergere lo spessore di un artista affascinato non solo da alcuni temi ricorrenti ma soprattutto dalla statura morale e intellettuale degli scrittori a lui più cari.Tradotto in cinque lingue e riccamente illustrato, questo saggio spazia dai grandi capolavori alle opere minori di Van Gogh e mostra come i libri, l’uomo e l’opera siano intrecciati in modo indissolubile, dando corpo e voce alla sua frase: «I libri la realtà e l’arte sono una cosa sola per me».Il saggio ha ottenuto la menzione d'onore al Premio Firenze 2021 e ha vinto il Premio Letterario Brianza 2021 nella sezione "Saggistica".
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I libri di Vincent

Van Gogh e gli scrittori che lo hanno ispirato

Mariella Guzzoni

pagine: 232 pagine

Lettore insaziabile, Vincent van Gogh trascorre la sua breve vita divorando centinaia di libri, che sono per lui ricerca, fonte d’ispirazione, ma anche porti sicuri in acque tempestose. Tra le pagine che più lo catturano ci sono quelle di Dickens, Zola, dei fratelli Goncourt e di Maupassant, che legge e rilegge con furore e commozione e di cui m
Immaginare l'Unità d'Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela - Atti del convegno internazionale, 30-31 maggio 2019, Palazzo Litta, Milano
Il convegno “Immaginare l’Unità d’Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela” è stato promosso da Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano, Comune di Milano (Civico Museo Archeologico), Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) e Fondazione Luigi Rovati in occasione della mostra milanese “Il Viaggio della Chimera. Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo”.Seconda tappa del percorso di approfondimento e studio dedicato agli Etruschi, il volume si focalizza sulle tematiche legate alla storia e alle peculiarità del collezionismo archeologico etrusco quale fenomeno che fu sostenuto, da metà Ottocento a inizio Novecento, dalle aspirazioni nazionalistiche e identitarie che riconobbero nella storia di questo popolo la prima esperienza di unificazione del territorio sotto una comune “identità”.Gli interventi approfondiscono in primo luogo le figure di grandi collezionisti che contribuirono a formare la storia dell’archeologia in Italia, con particolare riguardo alla città di Milano, intrecciando le vicende delle collezioni e delle istituzioni – università, musei, istituti – che ne hanno raccolto l’eredità fisica e morale di tutela e studio. Lo sguardo si sposta quindi sullo stretto legame tra collezionismo e tutela e prende in considerazione l’evoluzione delle attività e della normativa a protezione delle antichità partendo dalle leggi emanate nel periodo preunitario fino a giungere al Testo Unico, soffermandosi su casi di rilievo nella gestione della tutela e valorizzazione in età moderna.
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Immaginare l'Unità d'Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela

Atti del convegno internazionale, 30-31 maggio 2019, Palazzo Litta, Milano

pagine: 304 pagine

Il convegno “Immaginare l’Unità d’Italia. Gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela” è stato promosso da Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano, Comune di Milano (Civico Museo Archeologico), Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) e Fondazione
Collezionisti, accademie, musei: storie del mondo etrusco dal XVI al XIX secolo - Atti dei convegni internazionali "La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo", Scuola Normale Superiore di Pisa, 2014-2016
Sono riuniti in questo volume gli atti dei due convegni internazionali “La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo” tenutisi nella splendida cornice del Palazzone della Scuola Normale Superiore di Pisa (1-2 novembre 2014 e 29-31 gennaio 2016), promossi dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal Comune di Cortona e frutto del progetto di ricerca “L’Accademia Etrusca di Cortona: collezionismo e Repubblica delle Lettere nell’Europa del Settecento” coordinato da Maurizio Ghelardi e curato da Ilaria Bianchi.I convegni hanno rappresentato un momento di notevole rilevanza scientifica e di apertura verso tematiche museologiche e collezionistiche che negli ultimi anni sono diventate di forte interesse per gli studiosi di antichità.Il mondo etrusco e il collezionismo sono anche i temi d’elezione dell’attività della Fondazione Luigi Rovati, il cui Museo etrusco a Milano intende essere parte attiva nello studio e valorizzazione del patrimonio archeologico, affiancandosi e intessendo solidi rapporti con istituti accademici locali ed esteri. L’avvio di questo percorso non poteva non includere Cortona e l’Accademia Etrusca, con la quale è stata attivata una collaborazione per sostenere la ricerca e il dibattito scientifico.La Fondazione Luigi Rovati quindi ha sposato con entusiasmo l’idea di pubblicare i contributi degli studiosi che hanno animato i convegni, ritrovando in queste testimonianze i prodromi di un approfondimento delle vicende collezionistiche che hanno portato alla formazione delle principali raccolte museali italiane ed europee.
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Collezionisti, accademie, musei: storie del mondo etrusco dal XVI al XIX secolo

Atti dei convegni internazionali "La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo", Scuola Normale Superiore di Pisa, 2014-2016

pagine: 343 pagine

Sono riuniti in questo volume gli atti dei due convegni internazionali “La tradizione etrusca e il collezionismo in Europa dal XVI al XIX secolo” tenutisi nella splendida cornice del Palazzone della Scuola Normale Superiore di Pisa (1-2 novembre 2014 e 29-31 gennaio 2016), promossi dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dal Comune di Cortona
Sergej Ščukin - Un collezionista visionario nella Russia degli zar
Quando nel 1906 si trova faccia a faccia con lo scandaloso Le Bonheur de vivre di Matisse, Sergej Ščukin è colto da un fremito che a stento riesce a controllare. Rampollo di un’illustre famiglia moscovita, a poco più di cinquant’anni Ščukin è un consumato collezionista con un vissuto importante alle spalle. Già da un decennio, dopo aver risollevato le sorti dell’impresa tessile paterna, ha preso a frequentare Parigi dove può ammirare i pittori d’avanguardia esposti ai salon: sono i Monet, i Degas, i Cézanne, i Gauguin e i Van Gogh che vanno via via a rivestire con le loro tinte oltraggiose le pareti di palazzo Trubeckoj.In quel 1906, dunque, Sergej riconosce l’ondata di emozione che lo travolge quando sente sua un’opera fin dal primo istante. È l’inizio di un legame complice e fecondo con Matisse, grazie a cui nasceranno capolavori come La Danse e La Musique, e che segna il culmine della visione profetica di Ščukin, espressa alla perfezione dal suo monito al pittore francese: «Il pubblico è contro di lei, ma il futuro è dalla sua parte». Qualche anno dopo, a fare ingresso nella sua dimora sarà niente meno che Picasso: accolto inizialmente con quella circospezione che si riserva a un nuovo ospite, finirà per dominare il suo già eclatante corpus di tele. Prende forma così una collezione ineguagliata che, prima ancora di essere requisita dallo Stato in seguito alla Rivoluzione del 1917, sarà regolarmente aperta al pubblico. Di fronte a quel vortice di colori i giovani artisti russi sono investiti da uno choc culturale pari all’euforia per quei bocconi infuocati che ispireranno i lavori delle future generazioni.Nell’inquadrare le vicende dell’uomo e del mecenate, Semënova e Delocque non possono fare a meno di rievocare anche il destino dei quattro fratelli che hanno giocato un ruolo decisivo nella sua avventura: Nikolaj, Pëtr, Dmitrij e Ivan Ščukin, emblemi dei diversi volti del collezionismo, hanno contribuito con le loro raccolte ad arricchire il patrimonio dei musei russi. Insieme a loro Sergej è protagonista di una saga familiare che intreccia la turbinosa storia della Russia a cavallo tra il XIX e il XX secolo con quella della rivoluzione artistica che negli stessi anni ha sconvolto l’Europa.
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Sergej Ščukin

Un collezionista visionario nella Russia degli zar

André Delocque, Natalia Semënova

pagine: 335 pagine + 8 (inserto)

Quando nel 1906 si trova faccia a faccia con lo scandaloso Le Bonheur de vivre di Matisse, Sergej Ščukin è colto da un fremito che a stento riesce a controllare. Rampollo di un’illustre famiglia moscovita, a poco più di cinquant’anni Ščukin è un consumato collezionista con un vissuto importante alle spalle. Già da un decennio, dopo aver

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