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Lettore insaziabile, Vincent van Gogh trascorre la sua breve vita divorando centinaia di libri, che sono per lui ricerca, fonte d’ispirazione, ma anche porti sicuri in acque tempestose. Tra le pagine che più lo catturano ci sono quelle di Dickens, Zola, dei fratelli Goncourt e di Maupassant, che legge e rilegge con furore e commozione e di cui medita ogni riga, fino a intessere un dialogo interiore costante con gli autori. Parte dell’energia e della tensione creativa che anima la sua pittura trae linfa proprio da questa irresistibile passione. D’altra parte per Vincent dipingere con le parole o con il pennello non fa differenza, poiché con la grande famiglia dei suoi prediletti condivide un preciso ideale: l’arte dev’essere per tutti, e tutti devono poterla comprendere.
Esplorare la vita di Van Gogh attraverso la lente dei libri che amava è la grande intuizione di Mariella Guzzoni che, con fine animus narrativo, ci svela dettagli inediti nascosti tra le pieghe della sua arte: da Natura morta con Bibbia a Lettrice di romanzi, le tante opere che il genio olandese ha dedicato al tema dei libri e della lettura vengono così esaminate sotto una nuova luce. Nel ricorrere alle lettere di Vincent – qui presentate in una nuova traduzione – come principale strumento d’indagine, l’autrice lascia emergere lo spessore di un artista affascinato non solo da alcuni temi ricorrenti ma soprattutto dalla statura morale e intellettuale degli scrittori a lui più cari.
Tradotto in cinque lingue e riccamente illustrato, questo saggio spazia dai grandi capolavori alle opere minori di Van Gogh e mostra come i libri, l’uomo e l’opera siano intrecciati in modo indissolubile, dando corpo e voce alla sua frase: «I libri la realtà e l’arte sono una cosa sola per me».
Il saggio ha ottenuto la menzione d'onore al Premio Firenze 2021 e ha vinto il Premio Letterario Brianza 2021 nella sezione "Saggistica".
Questo studio è stato prezioso per me, che, pur non sottraendomi al fascino della pittura di Van Gogh, mi tenevo lontano dal mito del pittore maledetto e incompreso. Ora mi sento più libero di accostarmi alla sua opera senza temere la folla. La scoperta delle letture di Vincent è strabiliante per qualità, coerenza e sistematicità delle sue scelte, per la sua competenza linguistica (autori letti e riletti in originale e in traduzione) per apertura mentale e onestà di ricerca. L'autrice riscuote il premio di una dedizione speciale e specialistica al Van Gogh intellettuale a tutto tondo, ben diverso dall'immagine stereotipata che mi pare ancora diffusa, nella quale si mescolano il genio e la follia: "La sua malattia non fu mai una risorsa creativa [...] al contrario [...] gli impedivano di lavorare, leggere o scrivere, lasciandolo in uno stato di inattività" ( pag.172).
Un'ultima osservazione voglio fare su una notizia piccola, ma confortante: l'attenzione che un critico d'arte e scrittore ha dedicato all'artista tra gli "Isolés" (Albert Aurier sul "Mercure de France" nel 1890, vedi pag. 210).
Così sono passato alla lettura delle lettere a Théo, che prima non erano nei miei programmi. Anche questo stimolo all'approfondimento è un merito di un buon libro.