La realtà aumentata popola il contesto quotidiano con oggetti digitali e interattivi, consentendo di operare trasformazioni concrete sull’ambiente per mezzo di un’immagine intelligente e responsiva. Da mero oggetto di contemplazione, l’immagine si fa dunque corpo, sintetico ma sensibile, capace di coinvolgere, talvolta di incantare e spaventare, l’interlocutore. È su questo tipo di entità, fantasmatiche eppure reali, che si concentra il saggio di Sofia Pirandello, analizzando le possibilità che questa tecnologia dischiude per la pratica artistica.
Oltre la facile constatazione che ogni invenzione comporta mirabolanti conquiste e grandi rinunce, è tuttavia impossibile ignorare le criticità che la realtà aumentata porta con sé, a partire dall’acquisizione di un’enorme quantità di dati sugli utenti, sulle loro preferenze e sui loro movimenti, che apre tutta una serie di questioni in termini di giustizia sociale, privacy e sicurezza dovute all’utilizzo di questa tecnologia, anche in ambito artistico.