fbevnts Tutti i libri editi da Fondazione Luigi Rovati - libri Johan & Levi Editore
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Fondazione Luigi Rovati

Echoes - Origini e rimandi dell'art rock britannico
“Echoes: origini e rimandi dell’art rock britannico” a cura di Francesco Spampinato è un progetto espositivo che indaga e mette in luce la convergenza tra il mondo delle arti visive e quello della musica rock, dagli anni sessanta fino agli ottanta. Il progetto è articolato in tre mostre che si avvicenderanno a partire dal 17 aprile presso gli spazi di Fondazione Luigi Rovati. Il catalogo ne amplia la riflessione attraverso l’analisi di progetti visivi ibridi legati alla musica di Beatles, Pink Floyd, Yes, Genesis e Peter Gabriel, affidati ad artisti come Peter Blake e Jann Haworth, Richard Hamilton, Hipgnosis, Roger Dean e molti altri. Con l’obiettivo di rivendicare per l’art rock britannico delle origini il ruolo di peculiare modello di riflessione sui meccanismi della stessa cultura pop, oltre che di strumento per allegorizzare le tradizioni e la cultura inglesi, il catalogo presenta le origini delle contaminazioni tra arte visiva e musica pop, ovvero la nascita, attorno al 1967, di quel territorio di confine che prende forma tra i bastioni della cultura alta e le regioni più illuminate di quella bassa, e che oggi sembra essersi esteso a tutte le aree dell’arte, della comunicazione e del commercio. Il catalogo è articolato in tre capitoli, uno per ogni mostra. Il primo capitolo è dedicato ai Beatles e illustra l’effetto dirompente dei quattro ragazzi di Liverpool sul mondo giovanile e sulla società in generale: la rivoluzione portata dai Beatles non si limita infatti alla musica, ma trasforma profondamente la cultura visuale, consolidando le dinamiche dello star system per poi travalicarle e raggiungere il mito. Il secondo capitolo è dedicato a Pink Floyd, Yes e Genesis e ripercorre l’immaginario psichedelico e surrealista che accompagna le produzioni di queste mitiche band. Infine, il terzo capitolo si concentra sulla figura di Peter Gabriel, anima dei Genesis nei loro primi anni di attività e con una carriera solista di successo, in un percorso che esplora il tema della frammentazione dell’Io nella ricerca artistica.
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Echoes

Origini e rimandi dell'art rock britannico

Francesco Spampinato

pagine: 168 pagine

“Echoes: origini e rimandi dell’art rock britannico” a cura di Francesco Spampinato è un progetto espositivo che indaga e mette in luce la convergenza tra il mondo delle arti visive e quello della musica rock, dagli anni sessanta fino agli ottanta. Il progetto è articolato in tre mostre che si avvicenderanno a partire dal 17 aprile presso g

Etruschi del Novecento

pagine: 424 pagine

Il progetto espositivo “Etruschi del Novecento” ospitato presso il MART di Rovereto (7 dicembre 2024-16 marzo 2025) e successivamente presso il Museo d’arte di Fondazione Luigi Rovati di Milano (2 aprile-3 agosto 2025) esplora l'ispirazione a temi e materiali etruschi nelle opere di artisti italiani moderni. Il percorso offre la possibilità
Il volto e l'allegoria - Sculture di Lorenzo Bartolini
“Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini” a cura di Carlo Sisi raduna una selezione di opere incentrate sul ritratto e l’allegoria: soggetti e temi perseguiti dall’artista toscano – prima allievo di Jacques-Louis David, poi scultore ufficiale dei Bonaparte – in un’epoca in cui l’estetica del Purismo con il suo “bello relativo” si imponeva sulle astratte forme neoclassiche, introducendo nell’arte gli elementi di una Natura osservata senza mediazioni.Nel testo Sisi offre un approfondimento della temperie ideologica e culturale in cui si muove Bartolini. L’atelier dello scultore in Borgo San Frediano, a Firenze, era un luogo di incontro mondano, le sedute di posa erano animate da dialoghi cordiali con i quali l’artista «intratteneva le persone, giovani o d’età, autorevoli o meno, facendole partecipi, mentre ne eseguiva il ritratto, delle idee e dei moti del suo animo con l’intento di cogliere appunto l’“anima”, quella “speciale bellezza” che egli si sforzava di restituire avvalendosi della conquistata sintonia spirituale». Viene preso in esame inoltre uno dei capisaldi della poetica formale di Bartolini, attraverso l’unione di bellezza naturale, basata sullo studio dei maestri quattrocenteschi, e concetti aderenti alle aspirazioni etiche e politiche della Restaurazione. Fulcro dell’analisi è il gruppo della Carità educatrice, apice dell’allegoria romantica che raffigura l’educazione spirituale e intellettuale dei fanciulli e allude alle cure paternalistiche del governo granducale, messo a confronto con i modelli in gesso utili a ricostruirne la vicenda compositiva.Il volume è stato pubblicato in occasione della mostra “Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini” tenutasi alla Fondazione Luigi Rovati di Milano tra settembre 2024 e febbraio 2025.
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Il volto e l'allegoria

Sculture di Lorenzo Bartolini

Carlo Sisi

pagine: 60 pagine

“Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini” a cura di Carlo Sisi raduna una selezione di opere incentrate sul ritratto e l’allegoria: soggetti e temi perseguiti dall’artista toscano – prima allievo di Jacques-Louis David, poi scultore ufficiale dei Bonaparte – in un’epoca in cui l’estetica del Purismo con il suo “bel

Giano-Culsans

Il doppio e l'ispirazione etrusca di Gino Severini. Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona

Sergio Angori, Paolo Bruschetti, Giulio Paolucci, Romana Severini Brunori, Paolo Giulierini, Marco Belpoliti

pagine: 88 pagine

La mostra “Giano-Culsans. Il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini. Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona” è dedicata al tema del dualismo e del doppio, nel rapporto bifronte, fisico e simbolico, di dialettica e contrapposizione. I protagonisti sono due bronzetti etruschi del III sec. a.C., a loro volta a confronto c
Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi
La mostra “Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi” (20 marzo – 4 agosto 2024) ospitata presso il Museo d’arte di Fondazione Luigi Rovati inaugura il ciclo “Metropoli Etrusche”, un progetto per una serie di mostre dedicate ad alcune importanti città etrusche intese non solo come realtà urbanistiche e architettoniche, ma anche come luogo della complessità storica. Il progetto nasce dall’obiettivo di Fondazione Luigi Rovati di suscitare e radicare nel pubblico l’interesse per gli Etruschi. Gli Etruschi sono un popolo strettamente legato al fenomeno della città, sono quelli che l’hanno inventata e quelli che l’hanno più largamente diffusa su tutto il territorio di loro competenza. La scelta delle città che verranno presentate nel ciclo “Metropoli Etrusche” sarà esemplificativa del fenomeno urbano e delle sue variabili storiche e territoriali, ma anche di alcune tematiche specifiche, poiché in ogni mostra verranno evidenziati gli elementi più rappresentativi e identitari di ogni città.La prima città presentata è Vulci, una fra le più dinamiche dell’Etruria, sede di importanti attività manifatturiere e snodo strategico nelle rotte commerciali mediterranee. È la città che si distingue per la produzione di ceramiche e bronzi oltre che per la loro ampia distribuzione commerciale in Italia e nel Mediterraneo. Il catalogo ricalca il percorso della mostra presentando le opere esposte nelle seguenti sezioni: simulacri di immortalità; artigiani immigrati, artigiani locali; il paesaggio liminare; da Atene a Vulci: immagini in viaggio; bronzi per la guerra, bronzi per la pace; devozione d’argilla. Chiudono il volume testi di approfondimento sulla storia degli scavi condotti a Vulci e nel suo territorio che presentano alcuni ritrovamenti inediti e metodi di approccio all’archeologia innovativi. Il tutto arricchito dalle opere di Giuseppe Penone, che esprimono la contemporaneità del gesto delle mani che diventano vaso, gesto che dagli Etruschi giunge fino ad oggi. Con testi di Giuseppe Sassatelli, Mario Abis, Alessandro Conti, Sara De Angelis, Carlo Regoli, Chiara Pizzirani, Maurizio Sannibale, Laura Maria Michetti, Christian Mazet, Simona Carosi, Maurizio Forte, Carlo Casi, Giuseppe Penone e Giuliano Sergio.
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Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi

pagine: 288 pagine

La mostra “Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi” (20 marzo – 4 agosto 2024) ospitata presso il Museo d’arte di Fondazione Luigi Rovati inaugura il ciclo “Metropoli Etrusche”, un progetto per una serie di mostre dedicate ad alcune importanti città etrusche intese non solo come realtà urbanistiche e architettoniche, ma
Ibridoli etruschi
Luigi Ontani è considerato uno dei più influenti artisti italiani, dedito alla sperimentazione con numerosi media e tecniche: dalla fotografia alla scultura declinata nei più diversi materiali, dalla pittura fino alla performance, con i suoi celebri tableaux vivants. Filo conduttore della sua ricerca è il carattere anticonformista e ironico delle sue opere, in cui confluiscono echi e suggestioni mitopoietiche della tradizione iconografica occidentale e orientale, con particolare attenzione al tema della maschera.Questa pubblicazione è dedicata all’intervento site specific realizzato per il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati. Affidata al suo estro citazionista e ludico, la sala dalle pareti color ciclamino è decorata da un ciclo pittorico di sei “ibridoli etruschi”, come Ontani stesso li definisce, poiché il loro percorso verso la pienezza della forma è frutto di un processo di ibridazioni: gli attributi e i simboli della divinità sono qui elementi di un gioco di combinazioni, che è la vita stessa di ciò che è infinito, la sua pulsazione vitale, il suo ritmo di sistole e diastole. Praticando l’immaginazione attiva, Ontani produce forme che sembrano generate da una memoria ancestrale e impersonale, capace di attingere a quel livello mistico dell’esperienza in cui l’oggetto del ricordo consiste in ciò che deve ancora accadere – come se la sua mente si muovesse in una specie di passato imminente.Attraverso la visionaria narrazione di Emanuele Trevi – che insieme a Ontani ha intrapreso un viaggio, fisico e immaginifico, sulle tracce degli Etruschi – viene ripercorso il processo creativo e i suoi ingredienti, il rapporto con i modelli, l’ars combinatoria e il polimorfo legame con innumerevoli tradizioni artistiche.Edizione bilingue ita/eng
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Ibridoli etruschi

Luigi Ontani, Emanuele Trevi

pagine: 68 pagine

Luigi Ontani è considerato uno dei più influenti artisti italiani, dedito alla sperimentazione con numerosi media e tecniche: dalla fotografia alla scultura declinata nei più diversi materiali, dalla pittura fino alla performance, con i suoi celebri tableaux vivants. Filo conduttore della sua ricerca è il carattere anticonformista e ironico del
Tesori etruschi - La collezione Castellani tra storia e moda
La mostra “Tesori etruschi. La collezione Castellani tra storia e moda” (25 ottobre 2023 – 3 marzo 2024), ospitata presso la Fondazione Luigi Rovati e organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, porta a Milano i più importanti reperti archeologici e gli straordinari gioielli della collezione Castellani, una delle raccolte antiquarie romane più ricche e conosciute, non solo per l’importanza degli oggetti che la compongono, ma anche per il rilievo delle personalità che contribuirono a costituirla nel corso dell’Ottocento.Al nome della famiglia Castellani è legata sia l’invenzione di un nuovo genere di gioielleria e oreficeria “nello stile degli antichi”, che imitava nell’aspetto e nelle tecniche i materiali di origine archeologica, sia un’intensa attività di collezionismo e commercio di antichità provenienti dalla Penisola, culminata nel 1926 con la cessione del nucleo più consistente della raccolta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.La possibilità di esporre una selezione di questi oggetti, per la prima volta eccezionalmente al di fuori della loro sede, permette di apprezzare non solo la grande varietà di materiali, ma anche la singolare qualità, che aveva reso a lungo lo studio di ricevimento Castellani una tappa obbligata per i visitatori della Città Eterna. Il catalogo ricalca il percorso espositivo presentando le opere esposte nelle seguenti sezioni: i capolavori, le produzioni mediterranee, la vita femminile, le oreficerie, dèi ed eroi e la famiglia Castellani. Con testi di Maria Paola Guidobaldi, Antonella Magagnini, Daniel Neumann, Valentino Nizzo, Giulio Paolucci, Giuseppe Sassatelli, Annalisa Zanni, il catalogo è arricchito da importanti contributi che aggiungono diverse novità a quello che già si sapeva sull’importanza storica della collezione Castellani e sulle sue caratteristiche, con particolare riguardo al suo intreccio tra antico e moderno.Il catalogo è pubblicato in lingua italiana con testo inglese in allegato.
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Tesori etruschi

La collezione Castellani tra storia e moda

pagine: 208

La mostra “Tesori etruschi. La collezione Castellani tra storia e moda” (25 ottobre 2023 – 3 marzo 2024), ospitata presso la Fondazione Luigi Rovati e organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, porta a Milano i più importanti reperti archeologici e gli straordinari gioielli della collezione Castellani, una
Marianna Kennedy. As above, so below
Edizione bilingue Ita/EngMarianna Kennedy lavora da oltre venticinque anni nella nella sua casa-studio di Londra creando un numero limitato di pezzi di design artistico, ciascuno dei quali è il risultato di mesi di collaborazione con i migliori artigiani britannici. Nella sua pratica creativa l’impiego di tecniche tradizionali convive da sempre con una visione estetica estremamente contemporanea. Conosciuta e apprezzata a livello internazionale, i suoi lavori sono entrati a far parte di prestigiose collezioni private.Questa pubblicazione è dedicata all’opera site-specific realizzata da Kennedy per il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati ed è parte di una nuova serie di monografie su importanti artisti contemporanei che hanno collaborato con la Fondazione. As Above So Below è uno specchio costituito da trentotto singoli pezzi riflettenti dalla particolare colorazione rosata, montati all’interno di una ricca decorazione floreale in legno intagliato. Rappresentazione del ciclo della natura, lo specchio riproduce nella parte bassa il mondo materiale, con rocce e grotte, mentre gli elementi vegetali che ne solcano la superficie simboleggiano l’ascesa al mondo spirituale, alla luce, all’infinito.Intervistata da Ben Weaver, Kennedy ripercorre la storia della commissione della grande specchiera, dall’ispirazione originaria alla sua evoluzione, elencando tutte le maestranze coinvolte. La pubblicazione è arricchita da un saggio di Dan Cruickshank sulla storia dell’intaglio britannico nell’architettura e nelle arti decorative del XVIII secolo, sulle differenze con l’intaglio continentale e sull’eredità di tale pratica, che rappresenta per Kennedy una fonte inesauribile di ispirazione.
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Marianna Kennedy. As above, so below

Dan Cruickshank, Marianna Kennedy, Ben Weaver

pagine: 76 pagine

Edizione bilingue Ita/EngMarianna Kennedy lavora da oltre venticinque anni nella nella sua casa-studio di Londra creando un numero limitato di pezzi di design artistico, ciascuno dei quali è il risultato di mesi di collaborazione con i migliori artigiani britannici. Nella sua pratica creativa l’impiego di tecniche tradizionali convive da sempre
Diego, l'altro Giacometti
Infaticabile assistente e paziente modello, Diego Giacometti ha condiviso con il fratello Alberto quarant’anni di vita e di lavoro, in un rapporto simbiotico tra i più intensi della storia dell’arte moderna.Il suo è un percorso creativo a cavallo tra scultura e design, con un approccio molto personale all’arte della decorazione: i mobili e gli oggetti da lui realizzati rincorrono un’eleganza asciutta e severa, impreziosita da sottili riferimenti a civiltà di altre epoche, a partire da quella etrusca, ed esaltata dalla predilezione per il bronzo. L’istintiva simpatia per gli animali lo porta a ritrarli spesso, anche nei mobili: la loro presenza non ha solamente una funzione ornamentale, ma trasforma la struttura stessa dell’oggetto animandone i volumi interni che, come le linee essenziali di un paesaggio, diventano ancora più leggeri e ariosi. Sono ideali che Diego condivide con il celebre arredatore d’interni Jean-Michel Frank, con cui collaborò in più occasioni.Oltre alle numerose committenze dei privati, Diego è sollecitato anche dalle istituzioni pubbliche, dal Musée national Marc Chagall fino alla commissione più prestigiosa: la proposta di realizzare, ormai ottantenne, la decorazione per il nuovo Musée Picasso di Parigi, sua consacrazione postuma, e definitiva, come artista.In questo catalogo, pubblicato in occasione della prima mostra italiana su Diego Giacometti presso la Fondazione Luigi Rovati, il curatore Casimiro Di Crescenzo ne traccia il profilo biografico, fa luce su molti aspetti della vita dei fratelli Giacometti a Parigi, puntualizza alcuni fatti e scopre novità interessanti, ricorrendo anche alla corrispondenza con i familiari. I quattro testi che introducono le sezioni delle opere descrivono i nuclei tematici della produzione di Diego (scultura, mobili e oggetti, raffigurazioni di animali), oltre che il già citato ruolo come modello di altri, del padre ma soprattutto di Alberto.Il catalogo è arricchito da testi di Roger Montandon, Eberhard W. Kornfeld, Henri Cartier-Bresson.
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Diego, l'altro Giacometti

pagine: 224 pagine

Infaticabile assistente e paziente modello, Diego Giacometti ha condiviso con il fratello Alberto quarant’anni di vita e di lavoro, in un rapporto simbiotico tra i più intensi della storia dell’arte moderna.Il suo è un percorso creativo a cavallo tra scultura e design, con un approccio molto personale all’arte della decorazione: i mobili e
La stele di Kaminia, gli Etruschi e l'isola di Lemno
La stele di Kaminia, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene è una delle tre iscrizioni, tra le più illustri dell’antichità, che hanno guidato generazioni di italiani nell’Ellade alla ricerca del passato. Creata nel VI secolo a.C. come segnacolo di una tomba, e recuperata tra il 1883 e il 1885 nell’isola di Lemno, era originariamente alta un paio di metri ma oggi rimane solo la metà superiore, con il profilo di un uomo che impugna lancia e scudo e che si era distinto nella società per le sue virtù di combattente. Intorno alla figura e sul lato destro della pietra furono incise duecento lettere dell’alfabeto greco: in tutto trentatré parole su undici righe scritte in direzione alternata, dall’alto in basso e di seguito dal basso in alto, oppure da destra a sinistra e poi viceversa. Ma la lingua scritta in greco non è greca né indoeuropea e appartiene alla stessa famiglia dell’etrusco e del retico, che si parlava e scriveva in una zona ai confini tra Austria, Svizzera e Germania. Gli archeologi, gli storici e i linguisti che si occupano della stele di Kaminia e del suo contesto sono alle prese con una questione ancora irrisolta. Ci si chiede infatti se gli abitanti di Lemno, testimoniati dalla stele e dalle altre iscrizioni, siano della stessa stirpe degli Etruschi migrati dall’Anatolia, con un gruppo stanziato a Lemno e un altro arrivato in Etruria, oppure se si tratti di Etruschi giunti a Lemno dall’Italia, per fondare una colonia o una stazione commerciale e di pirati nell’Egeo. Non è facile sapere cosa sia successo. La comunità che scriveva sulla pietra e sulla terracotta nella lingua lemnia non si distingue da altri eventuali gruppi sociali ed etnici dell’isola, con i quali poteva condividere la stessa cultura materiale e figurativa, tecnologie, riti religiosi e funerari, modi di vivere. Se i Tirreni di Lemno sono venuti dall’Etruria, non hanno mantenuto molti contatti con la madrepatria a giudicare dalla completa assenza di oggetti fabbricati in Italia. Per l’ipotesi della migrazione dall’Anatolia siamo completamente all’oscuro del luogo di provenienza, della cultura e delle tradizioni di origine. «La verità nessun la vide, non c’è che l’opinione» (Simonide di Ceo).La storia della stele, e del popolo di cui era espressione, è narrata in questo libro che si compone di quattro testi firmati da Carlo De Domenico, Riccardo Di Cesare, Germano Sarcone ed Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, oltre all’introduzione dello stesso Emanuele Papi.
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La stele di Kaminia, gli Etruschi e l'isola di Lemno

Emanuele Papi, Carlo De Domenico, Riccardo Di Cesare, Germano Sarcone

pagine: 120 pagine

La stele di Kaminia, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene è una delle tre iscrizioni, tra le più illustri dell’antichità, che hanno guidato generazioni di italiani nell’Ellade alla ricerca del passato. Creata nel VI secolo a.C. come segnacolo di una tomba, e recuperata tra il 1883 e il 1885 nell’isola di Lemno, era originari
Fondazione Luigi Rovati - Museo d'arte
Questo volume è il racconto della genesi e dei principi operativi di Fondazione Luigi Rovati, un’infrastruttura materiale e immateriale della società della conoscenza, e del Museo d’arte ospitato nella sede di corso Venezia 52 a Milano, dove antico e contemporaneo dialogano all’interno di uno spazio rinnovato dall’archistar Mario Cucinella, inserito nella prestigiosa Wow List 2023 delle più importanti opere di architettura, arte e design al mondo selezionate dalla rivista AD Architectural Digest. L’architetto, del resto, non si è limitato al riassetto e al nuovo allestimento dei piani storici dell’edificio, ma vi ha aggregato un’immaginosa e rigorosa addizione ipogea, che nella forma, nella luce, nella suggestione emotiva è ispirata alla collezione di arte etrusca annoverata fra i vanti della Fondazione.Il mito etrusco ha viaggiato e viaggia sottopelle, affiorando, talvolta clamorosamente, in parte importante dell’arte e del pensiero del secolo scorso e ancora nel xxi secolo. È una rete dai molti nodi e implicazioni che Fondazione Luigi Rovati ha posto al centro del suo progetto culturale, ospitando non solo straordinari reperti archeologici, ma anche una raccolta di opere moderne e contemporanee – fra cui le installazioni site specific di Luigi Ontani, Giulio Paolini, Francesco Simeti – intese non come un corpo autonomo e separato bensì come vitali e stimolanti interlocutrici dell’antico.Oltre a una sezione dedicata al cantiere e alla storia del Palazzo a cura di Mario Cucinella, il volume è arricchito da testi di Salvatore Settis (sul rapporto fra il museo e la città), Mario Abis (sul valore sociale del museo), Giulio Paolucci (sulle alterne fortune del collezionismo milanese di antichità) e Martina Corgnati (sugli echi e le suggestioni della cultura etrusca nell’arte del Novecento), nonchè di due testi introduttivi di Giovanna Forlanelli, Presidente di Fondazione Luigi Rovati e Lucio Rovati, Presidente onorario.
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Fondazione Luigi Rovati

Museo d'arte

Autori vari

pagine: 136 pagine

Questo volume è il racconto della genesi e dei principi operativi di Fondazione Luigi Rovati, un’infrastruttura materiale e immateriale della società della conoscenza, e del Museo d’arte ospitato nella sede di corso Venezia 52 a Milano, dove antico e contemporaneo dialogano all’interno di uno spazio rinnovato dall’archistar Mario Cucinell
Giulio Paolini. Era finora
Edizione bilingue Ita/EngGiulio Paolini ha fatto della sua produzione una riflessione metafisica sul processo della creazione artistica. Paolini, infatti, ritiene che l’opera in qualche modo pre-esista all’intervento dell’artista, che è semplicemente il primo a poterla contemplare.Questa pubblicazione è dedicata all’opera site-specific realizzata da Paolini per il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati ed è parte di una nuova serie di monografie su importanti artisti contemporanei che hanno collaborato con la Fondazione. Intitolata Era finora, l’opera di Paolini si compone dei profili in gesso di due teste, una femminile e l’altra maschile, a evocare rispettivamente il classico e il neoclassico, l’origine del canone occidentale dell’arte e la sua ripresa agli albori dell’età contemporanea. Inquadrati entro una teca, i volti sembrano misurare il perimetro di uno spazio, o marcare un percorso, come pietre miliari. Il loro sguardo dà luogo a un tracciato prospettico scandito da riproduzioni fotografiche sovrimposte: una specie di “galleria di ritratti”, un continuum di immagini che scandiscono la storia dell’uomo e dell’arte, muovendosi tra passato e presente, come testimoni di tempi e spazi lontani ma compresenti nel qui e ora della fruizione dell’opera. La storia dell’arte è un riferimento naturale per Paolini, per il quale non sussiste differenza tra arte antica e arte contemporanea. Tutta l’arte, in quanto investigazione della visione come atto mentale verso il mondo, si equivale. Il tempo dell’arte è quello dell’opera, non del suo autore: trascorsa la vita degli artefici, etruschi, greci o rinascimentali che siano, rimane il presente indefinito dell’opera.
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Giulio Paolini. Era finora

Francesco Guzzetti

pagine: 82 pagine

Edizione bilingue Ita/EngGiulio Paolini ha fatto della sua produzione una riflessione metafisica sul processo della creazione artistica. Paolini, infatti, ritiene che l’opera in qualche modo pre-esista all’intervento dell’artista, che è semplicemente il primo a poterla contemplare.Questa pubblicazione è dedicata all’opera site-specific re

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