Un viaggio che attraversa i secoli e racconta del legame profondo fra sport, arte e civiltà: “I Giochi Olimpici™. Una storia lunga tremila anni” è la grande mostra della Fondazione Luigi Rovati realizzata in coproduzione con l'Olympic Museum e il Musée cantonal d’archéologie et d’histoire, con sede a Losanna. Un’occasione per ripercorrere la lunga storia dello sport che dalla civiltà greca, punto di partenza di tutta la vicenda, per mezzo del mondo etrusco e romano arriva fino ai giorni nostri, mostrando come i principi olimpici abbiano accompagnato l’evoluzione della società.
Molto più di una semplice competizione agonistica, i Giochi erano, fin dalle origini, un’iniziativa pubblica dai marcati connotati religiosi, politici e sociali, che portava con sé la proclamazione di una tregua sacra e la celebrazione di valori quali la forza del corpo, la bellezza del gesto, la dignità della sfida, il dialogo interculturale. La mostra, attraverso reperti e materiali di singolare pregio, si snoda con l’illustrazione di una serie di temi divisi in sezioni: gli atleti e le loro attività fisiche, con particolare riferimento agli strumenti delle pratiche sportive; gli oggetti che hanno contribuito a costruire la storia olimpica, in primo luogo la torcia; la varietà delle discipline e delle competizioni attraverso un linguaggio iconografico che adotta schemi canonizzati e facilmente riconoscibili; il momento della vittoria e la consegna dei relativi premi; il legame fra sport e memoria. Il focus principale è, del resto, costituito dalla Tomba delle Olimpiadi di Tarquinia, esposta per la prima volta al di fuori del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia e ricostruita al piano nobile della Fondazione. Scoperta nel 1958, poco prima delle Olimpiadi di Roma del 1960, la Tomba presenta pitture raffiguranti una movimentata corsa delle bighe e diverse gare di atletica, come la corsa veloce, il salto in lungo, il lancio del disco e il pugilato. In ciascuna delle sezioni della mostra, accanto alla parte preponderante di materiali che si riferiscono al mondo antico, trovano spazio alcuni cimeli che riguardano i Giochi moderni, accostati per suggestione visiva evitando analogie meccaniche e improprie.
Con testi di: Vincenzo Bellelli, Luca Cerchiai, Anne-Cécile Jaccard, Christian Mazet, Lionel Pernet, Patricia Reymond, Maria Cristina Tomassetti, Giuseppe Sassatelli.