- Chi siamo
-
Catalogo
Catalogo
-
Collane
Percorsi
Fondazione Luigi Rovati
Scopri tutti i libri
-
- Autori
- News & Eventi
- Contatti
- Buoni regalo
Gilet da pescatore su camicia bianca, jeans e cappello di feltro. D’inverno una lunga pelliccia di lince rivestita di seta blu, da giovane una cravatta nera fermata da una piccola mascella di lepre. Così si presentava Joseph Beuys, l’inconfondibile aspetto di un personaggio fantastico a cavallo tra il clown e il gangster. Appena entrava in scena, faceva sempre il contrario di quanto ci si aspettasse, spesso e volentieri cose che a prima vista non avevano alcun senso: avvolgersi nel feltro, vivere con un coyote, staccare gelatina da una parete, rimanere fermo per ore nella stessa posizione, spazzare il bosco, spiegare quadri a una lepre morta o bendare un coltello dopo essersi ferito il dito. Tutto questo – e il grasso che guarisce, il feltro che riscalda, il miele che nutre, le batterie che si ricaricano – per trasmettere scariche di energia e provocare negli spettatori uno choc salutare, un ampliamento della consapevolezza. La creatività è una «messa in forma» della libertà, ed è patrimonio di tutti: allora «sii sempre vigile» ripeteva Beuys, e «diventa artefice della tua rivoluzione. Ogni uomo è un artista».
Rinunciando, con rare eccezioni, alle interpretazioni e ai giudizi stereotipati su uno dei personaggi più discussi e vivisezionati del XX secolo, Heiner Stachelhaus mette insieme un ritratto a tutto tondo di Joseph Beuys a partire dalle “controimmagini” della sua stessa vita: gli studi di scienze naturali e il confronto con l’antroposofia steineriana; l’incidente in Crimea e le esperienze tra i tartari, l’insegnamento e l’occupazione dell’Accademia, le 7000 querce e la battaglia ecologista, il Beuys privato che beveva acqua del rubinetto in bicchieri di cristallo molato. Fino ad arrivare al Blocco-Beuys di Darmstadt, il museo-laboratorio in cui ancora aleggia lo spirito dell’«unico artista», come disse Karl Ströher, «capace di esprimere la specificità della nostra epoca».
Prefazione di Michele Bonuomo
Introduzione alla prima edizione
Introduzione alla nuova edizione
1. Le origini
2. La guerra
3. L’Accademia ed Ewald Mataré
4. L’inquietudine e Rudolf Steiner
5. I fratelli van der Grinten
6. La depressione
7. Gli animali
8. La teoria: il concetto ampliato di arte, la scultura sociale, grasso e feltro
9. L’insegnamento
10. Il licenziamento
11. Il politico: la Libera Università Internazionale
12. Le azioni
13. Le installazioni
14. In Italia e in America
15. Il Beuys privato
16. La fine
Appendice. Il Beuys-Block di Darmstadt
Bibliografia
Il re rimane!
Bellissimo!! L’ho divorato in pochissimo. Scritto con passione e trasporto ma lucido. Individua il carattere dell'artista e della sua poetica in modo approfondito ed esaustivo senza essere pesante pur trattando argomenti difficili. Gran bel lavoro!! Fino ad ora il migliore tra le biografie che ho letto pubblicate da Johan ad Levi.
Fonte Amazon
Bel libro su un artista immenso
Ottimo libro. Ben scritto. Segue la storia, intreccia la poetica, la malattia rigenerante, le controimmagini di un artista del millennio scorso. Unica pecca le poche immagini delle sue opere. Consigliabile una consulenza visiva in rete.
Fonte Amazon