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Che cos’è l’arte? È questo l’eterno interrogativo sul quale il filosofo e critico Arthur C. Danto ritorna in un saggio che è insieme dissertazione filosofica e riflessione autobiografica. Prendendo le distanze da chi vorrebbe ridurre l’arte a ciò che è considerato tale in un contesto istituzionale o da chi addirittura la ritiene indefinibile, l’autore individua alcune caratteristiche che le restituiscono contorni netti: l’arte ha una sua permanenza ontologica nelle forme pur variabili in cui si manifesta. A determinare un’opera d’arte è la capacità di dare corpo a un’idea, di esprimerla per mezzo di un “fare artistico” che traduce il pensiero in materia nel modo più efficace, travalicando le contingenze. Ma ciò non basta. Essa deve incarnare qualcosa di impalpabile, che la accomuni a un sogno a occhi aperti e che conduca il fruitore a uno stato emotivo e sensoriale nuovo. Danto approda così a conclusioni lontane dal relativismo che per decenni gli è stato attribuito: per capire l’arte non ci vuole un concetto aperto, ma una mente aperta.
Nel guidare il lettore tra i grandi nomi del pensiero filosofico e dell’arte di ogni epoca (in particolare Michelangelo, Poussin, Duchamp e Warhol), l’autore traccia un ambizioso percorso che dalle teorie platonica e kantiana prosegue analizzando le innovazioni ‒ prospettiva, chiaroscuro, fisiognomica e nascita della fotografia ‒ che hanno segnato il progresso dell’arte occidentale, fino al suo apparente esaurimento con l’avvento delle poetiche concettuali e la scomparsa dell’estetica come valore.
Che cos’è l’arte riassume riflessioni decennali, ricavandone nuovi affascinanti sviluppi, e rappresenta così una via d’accesso ideale al sistema filosofico del maggior critico americano nell’ambito delle arti visive.
Ottimo.
I libri pubblicati da Danto non si smentiscono mai, ottimi per una lettura riflessiva, che ti apre come sempre gli occhi su un punto di vista molto interessante. Per chi ama l'arte o prova a capire cosa tratti questo bellissimo ma complicato ambito è un ottimo libro. Consigliatissimo!
Fonte Amazon
Per amanti della filosofia e dell'arte.
Non un pezzo importante della produzione di Danto, ma sicuramente da leggere. Anch'io come lui, sono rimasto molto colpito dalla istallazione Brillo Box di Warhol. La ritenevo maestosa, spiazzante, nonché inaspettatamente estetica (malgrado fossero solo scatoloni industriali) e Danto mi ha fatto capire il perché di questo suo fascino. Avrei sperato però in una sua riflessione anche sull'insolito fatto che da un'istallazione di quel tipo se ne potesse estrarre una e venderla come opera di Warhol, perché così è successo. Mi piacerebbe chiedere a Danto di illuminarci, su come un'opera d'arte possa presentarsi in una data forma, peraltro sorprendente e geniale, ed essere poi liberata in altra. Che cos'è una singola Brillo Box rispetto all'istallazione originale? Cosa compra, un amante dell'arte quando ne acquista una sola? Si può forse acquistare uno straccio, fra i tanti ammucchiati in una delle famose istallazione di Pistoletto?
Fonte Amazon