fbevnts Tutti i libri editi da Johan & Levi - libri Johan & Levi Editore | Pagina 8
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Johan & Levi

Sull'arte contemporanea

César Aira

Questo breve testo di uno degli autori chiave della narrativa ispano-americana contemporanea si focalizza su alcuni dei suoi t

L'archivio d'artista

Priìncipi, regole e buone pratiche

Alessandra Donati, Filippo Tibertelli de Pisis, AA.VV.

pagine: 42

Legata al concetto di memoria, l’archiviazione risponde da sempre al bisogno di raccogliere e tutelare una testimonianza trami
La dittatura della fantasia - Collage autobiografico
Un lungo ricovero in ospedale costringe Remo Bianco a fermarsi e fare il punto della propria vita, «come certi marinai in mare fanno il punto esatto della rotta, calcolando la distanza dall’obiettivo». Siamo nel 1982 e l’artista sente che il termine di questo tragitto, iniziato nel famigerato 1922, è prossimo. Alle sue spalle, un multiforme corpus di opere sempre al passo con la più audace avanguardia: dal periodo spazialista sotto l’ascendente di Fontana fino alle serie e alle performance più concettuali ideate nell’orbita dei fratelli Cardazzo e spesso in anticipo sulle sperimentazioni d’oltralpe, passando per quei Collages avviati all’indomani della scoperta di Pollock e che ora gli suggeriscono il metodo con cui ricucire insieme le proprie memorie.Perché fra un’urografia e una gastroscopia sembra che Bianco si diverta a scompaginare i tasselli della propria esistenza per poi ricomporli evitando il banalizzante succedersi di nascita, infanzia, adolescenza, maturità preferendo, come nei suoi assemblaggi, un ordine “zigzaghino” che assecondi il suo temperamento anarcoide. Così, ricordi, pensieri sull’arte, idee per opere future e progetti incompiuti si intrecciano e si sovrappongono. Ogni pagina di questi “appunti” ci illustra l’eclettica facoltà di Bianco di accogliere tutto quanto la vita gli offre – amori, letture, incontri, viaggi – piegandolo alle proprie esigenze, trasformandolo in intuizioni poetiche e folli, come quella di sostituire al campanile di San Marco un’enorme Pagoda.A puntellare questo coacervo di pensieri in libertà, alcuni aneddoti circostanziati – dai risvolti fortemente umoristici a tratti licenziosi – con compagni d’avventura d’eccezione come de Pisis, Joppolo e Hains. Bianco ce li racconta senza risparmiarci i dettagli più scabrosi, a conferma che per lui dire autobiografico «equivale a mostrare le proprie mutande sporche, ovvero a dire la verità».Con una prefazione di Sharon Hecker.
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La dittatura della fantasia

Collage autobiografico

Remo Bianco

pagine: 244 pagine

Un lungo ricovero in ospedale costringe Remo Bianco a fermarsi e fare il punto della propria vita, «come certi marinai in mare fanno il punto esatto della rotta, calcolando la distanza dall’obiettivo». Siamo nel 1982 e l’artista sente che il termine di questo tragitto, iniziato nel famigerato 1922, è prossimo. Alle sue spalle, un multiforme

Il Salon del 1846

Charles Baudelaire

pagine: 22

Charles Baudelaire, considerato il padre della poesia moderna, è anche autore di testi in prosa fra i più influenti e audaci d
Il Novecento di Baudelaire - L'arte evanescente
Fulcro di questo saggio è una particolare evoluzione della pittura a partire da quella modernità che Charles Baudelaire ha contribuito a forgiare. Nella sua acuta osservazione dei fenomeni culturali non si è infatti limitato ad amare e commentare molti dei massimi pittori della sua epoca, ma ha anche prefigurato, e perfino invocato, un’arte nuova che avrebbe trovato le prime audaci realizzazioni soltanto a quarant’anni dalla sua morte, avvenuta nel 1867.Dinanzi alle manifestazioni artistiche della modernità, il poeta che più di ogni altro aspirava a evadere anywhere out of the world affermava che l’avversione per il “naturale” era invero il tentativo di afferrare una più profonda verità. Non si trattava di rifuggire il quotidiano, ma di risanarlo artificialmente. Baudelaire rimane quindi aggrappato alla realtà, e al disagio nichilistico di fronte alla confusa casualità dell’esistenza contrappone l’esperienza estetica, identificando nel ricordo il mezzo per introdurre la bellezza nel mondo.Adolfo Tura mette in opera un sapiente intreccio di possibilità e risonanze, fino a scoprire come questa poetica della memoria si ritrovi nei segni e nelle atmosfere di uno dei maestri del Novecento, Henri Matisse. E sotto la fiamma di Baudelaire rilegge alcune delle più significative esperienze artistiche contemporanee, da Mark Rothko a Louise Bourgeois, lasciando in dono al lettore l’incanto di guardare con occhi nuovi l’esercizio di quella che il più moderno dei moderni chiamava “immaginazione”.
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Il Novecento di Baudelaire

L'arte evanescente

Adolfo Tura

pagine: 120 pagine

Fulcro di questo saggio è una particolare evoluzione della pittura a partire da quella modernità che Charles Baudelaire ha contribuito a forgiare. Nella sua acuta osservazione dei fenomeni culturali non si è infatti limitato ad amare e commentare molti dei massimi pittori della sua epoca, ma ha anche prefigurato, e perfino invocato, un’arte nu
Lo strano posto della religione nell'arte contemporanea
A chi ama l’arte non sarà sfuggito un fatto tanto eclatante quanto poco dibattuto: l’assenza nelle gallerie e nei musei di arte contemporanea di opere genuinamente religiose, in cui il sentimento religioso non sia inquinato, cioè, da ironia o irriverenza. La frattura fra arte e religione non è effetto di una congiura del mondo dell’arte, ha radici profonde. Avviata per gradi durante il Rinascimento, si è accentuata nel XIX secolo fino ad arrivare a quel divario che oggi ci appare insanabile. Per ricucire lo strappo bisognerebbe smantellare il discorso su cui si è edificato l’intero progetto modernista.Questo libro, in cui rigore e sperimentazione vanno a braccetto, rompe l’assordante silenzio che avvolge una questione particolarmente difficile da affrontare, tanto nei circuiti ufficiali dell’arte quanto nel campo dell’educazione artistica. Un silenzio che lascia gli studenti a coltivare la loro religiosità di nascosto, pena l’esclusione dal sistema. Forte della sua esperienza alla School of the Art Institute of Chicago, James Elkins affronta con innovativo pragmatismo un ginepraio di pratiche, opinioni e fraintendimenti, e sceglie cinque tra i suoi studenti a rappresentare altrettante posizioni di artisti: cinque racconti esemplari che tracciano una cartografia del travagliato rapporto tra religione e arte contemporanea.Affinché l’abisso di incomprensione fra i due schieramenti possa colmarsi, come si augura l’autore, non basta la buona volontà di figure isolate, servono nuove forme di dialogo, conversazioni inclusive che lascino spazio al portato emozionale ed esperienziale dei partecipanti. Elkins va già in questa direzione, fornendo ad artisti, studenti, docenti e studiosi la strumentazione necessaria per iniziare un dibattito costruttivo e appassionante.
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Lo strano posto della religione nell'arte contemporanea

James Elkins

pagine: 160 pagine

A chi ama l’arte non sarà sfuggito un fatto tanto eclatante quanto poco dibattuto: l’assenza nelle gallerie e nei musei di arte contemporanea di opere genuinamente religiose, in cui il sentimento religioso non sia inquinato, cioè, da ironia o irriverenza. La frattura fra arte e religione non è effetto di una congiura del mondo dell’arte, h

L'inarrestabile ascesa dei musei privati

Georgina Adam

pagine: 96 pagine

Quello del museo privato è un fenomeno culturale, sociale ed economico che nel XXI secolo si è imposto su scala globale. Negli ultimi vent’anni si è costituito un fitto paesaggio di istituzioni di successo dedicate all’arte contemporanea messe in piedi da collezionisti o persino aziende, basti pensare ai musei di François Pinault o alle fon

appunto | il taccuino di Johan & Levi

Pacchetto di quattro taccuini realizzati in collaborazione con studiopaola.com.Il taccuino è in formato tascabile e disponibile in quattro coloratissime varianti, ognuna dedicata a un protagonista dell’arte e del pensiero contemporaneo. 

La Mamma

Una mostra di Harald Szeemann mai realizzata

Pietro Rigolo

pagine: 22

Dopo essere stato il più giovane direttore alla Kunsthalle di Berna e segretario generale di documenta 5 (Kassel, 1972), la de

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