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Ad una prima lettura lo avevo accantonato dopo le prime pagine. Ma come, mi ero detta delusa, ma un atlante visuale non dovrebbe essere più o meno un catalogo di immagini, tante immagini, soprattutto immagini, accompagnate da didascalie, più o meno ricche? E invece no. Non questo. Cioè, le immagini ci sono, ma disseminate a corredo di una esposizione per capitoli (dal titolo evocativo-musicale: Primo movimento, Secondo movimento, Terzo, Quarto, Quinto, Sesto). Qualche mese dopo l'ho ripreso in mano. Mi son detta: ma che cercavi, un manuale di storia dell'arte? Ma hai visto bene qual era il titolo? "Immaginare le storie", e non "Capolavori dell'arte presentati da due scrittori". E lo scopo non era quello di fare bella mostra di sé e delle proprie preferenze artistiche, ma quello di suggerire agli esordienti e a chi si avvicina alla scrittura che l'invenzione letteraria nasce nell'occhio che guarda. Quando ho capito proseguendo nella lettura che, anche se non era quello che mi aspettavo, era proprio quello che non avevo cercato ad essere invece quello di cui avevo bisogno, allora questo libro è diventato una folgorazione. I due autori si sono spartiti i capitoli e sono entrambi densissimi di spunti e stimoli. A partire dalla preziosa bibliografia essenziale che chiude l'ultimo capitolo. Per una pedagogia dello sguardo che è un avviamento alla scrittura.
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