fbevnts Tutti i libri editi da Johan & Levi - libri Johan & Levi Editore | Pagina 3
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Johan & Levi

Un groviglio di sentieri

Vita di Aby Warburg

Hans C. Hönes

«Ebreo di sangue, amburghese di cuore, d’anima fiorentino»: così amava definirsi Aby Warburg (1866-1929), con una formula che

L'uso delle rovine

Ritratti ossidionali

Jean-Yves Jouannais

Mentre rade al suolo Cartagine, Scipione Emiliano rievoca il pensiero di Eraclito: «Un cumulo di macerie gettate a caso, il pi

Una donna in carriera

Vendere arte e vendere sesso

Sophia Giovannitti

Classe ’92, Sophia Giovannitti, artista e sex worker, dice le cose come stanno

L'insieme vuoto

Per una pragmatica dell'immagine

Federico Ferrari

pagine: 72 pagine

Che cos’è un’immagine? Perché le immagini hanno assunto un’importanza così grande nelle nostre vite? Cosa significa avere uno sguardo? Federico Ferrari riflette sulla società delle immagini e sul rapporto ritmico tra immagine e parola, ritmo che forgia il nostro orizzonte, concentrandosi sull’uso delle immagini e sul mondo che esse crea
Pittura provvisoria - Una svolta nell'arte contemporanea
Negli ultimi decenni sono proliferati gli artisti che, nel rifuggire i virtuosismi, hanno prodotto lavori che sfidano la definizione stessa di pittura. Enormi dipinti rigurgitanti di sbavature e tentativi abortiti testimoniano una lotta intensa con il medium. Opere di dimensioni modeste risultano ulteriormente svilite dal gesto incerto e dallo stile sciatto. Altre ancora optano per l’autosabotaggio, celando il loro contenuto dietro teli strappati. Perché mai i pittori dovrebbero firmare dipinti votati al fallimento? Forse per liberare l’arte dal giogo del mercato e dalle aspettative che da secoli si riversano sulla pittura. Artisti come Albert Oehlen, Mary Heilmann, David Hammons, Christopher Wool, Michael Krebber e Raoul De Keyser scelgono la via della provvisorietà, allontanandosi non solo dall’idea del “capolavoro”, ma anche da ogni parvenza di compiutezza. Del resto già Cézanne, con le sue tormentate rivisitazioni del monte Sainte-Victoire, o Giacometti, con i suoi ritratti mai conclusi, dimostravano una certa sfiducia nei confronti dell’opera finita. La storia dell’arte moderna è costellata di atti di negazione, di rifiuto radicale: un’attitudine che trova risonanza nelle arti e nelle filosofie asiatiche, dove il “non finito” è avvertito non come difetto ma come qualità da apprezzare e ricercare.Nei saggi qui raccolti – pubblicati a partire dal 2009 – Raphael Rubinstein traccia una genealogia della “pittura provvisoria” e si interroga su un’arte capace di rivendicare la propria transitorietà come un autentico valore.Postfazione di Luca Bertolo
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Pittura provvisoria

Una svolta nell'arte contemporanea

Raphael Rubinstein

pagine: 192 pagine

Negli ultimi decenni sono proliferati gli artisti che, nel rifuggire i virtuosismi, hanno prodotto lavori che sfidano la definizione stessa di pittura. Enormi dipinti rigurgitanti di sbavature e tentativi abortiti testimoniano una lotta intensa con il medium. Opere di dimensioni modeste risultano ulteriormente svilite dal gesto incerto e dallo stil
Un groviglio di sentieri - Vita di Aby Warburg
«Ebreo di sangue, amburghese di cuore, d’anima fiorentino»: così amava definirsi Aby Warburg (1866-1929), con una formula che rende bene l’ossessiva ricerca di sé, coltivata attraverso l’autonarrazione, e gli importanti cambi di rotta che hanno segnato il suo percorso. Se oggi è riconosciuto come uno dei più influenti storici dell’arte e della cultura del XX secolo, lo è a dispetto di una salute mentale precaria e di una vita da “fuorilegge”, convinto che il vero acume appartenga solo a chi è pronto a deviare dalle aspettative ordinarie della società.Dopo aver rinunciato al ruolo di primogenito nella famiglia di banchieri più facoltosa della Germania e aver rinnegato l’ortodossia ebraica, Aby insegue le proprie intuizioni e intraprende un vagabondaggio nel mondo dei simboli che lo porta dal selvaggio West fino nel cuore del Rinascimento, a Firenze. Studioso indipendente, libero pensatore, insofferente verso la struttura compartimentale dell’università ma in dialogo con gli intellettuali più evoluti del suo tempo, Warburg inaugura una metodologia olistica, che integra l’indagine storico-artistica con scienze quali l’antropologia, la medicina e la psicologia. Questo approccio interdisciplinare guida le sue ricerche sulla sopravvivenza dell’antico – condensate nella sua celebre opera incompiuta Atlante Mnemosyne – e la creazione della sua straordinaria biblioteca, oggi conservata presso il Warburg Institute di Londra, prezioso punto di riferimento per gli accademici di tutto il mondo.Hans C. Hönes restituisce un ritratto dettagliato e intimo di un uomo che, nonostante le innumerevoli difficoltà umane e professionali, ha saputo anticipare i tempi gettando le basi della contemporanea storia dell’arte.
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Un groviglio di sentieri

Vita di Aby Warburg

Hans C. Hönes

pagine: 296 pagine

«Ebreo di sangue, amburghese di cuore, d’anima fiorentino»: così amava definirsi Aby Warburg (1866-1929), con una formula che rende bene l’ossessiva ricerca di sé, coltivata attraverso l’autonarrazione, e gli importanti cambi di rotta che hanno segnato il suo percorso. Se oggi è riconosciuto come uno dei più influenti storici dell’art
Ugo Mulas. Vitalità del negativo
“Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70” fu la prima mostra organizzata da Incontri Internazionali d’Arte (associazione fondata da Graziella Lonardi Buontempo a Roma) e diede avvio a un’importante attività di promozione dell’arte contemporanea, italiana ed estera. La mostra riunì 33 artisti che sono oggi l’emblema dell’arte italiana degli anni sessanta e settanta: Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Fabio Mauri, Mario Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Piero Sartogo, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio. A dare testimonianza dell’evento fu chiamato Ugo Mulas, il più attento fotografo della scena artistica internazionale dell’epoca, che eseguì il reportage dell’evento con il suo stile inconfondibile. A distanza di quarant’anni, il volume si incentra proprio su questo reportage, rimasto largamente inedito per la precoce scomparsa del fotografo: le circa 130 immagini offrono un viaggio tra gli artisti, le istallazioni e i visitatori, e una lettura fotografica lucidissima di una mostra cruciale per l’arte contemporanea italiana. Il libro è anche un utile strumento di storia della fotografia che approfondisce la ricerca personale del fotografo e il suo dialogo con gli artisti: durante l’inaugurazione di “Vitalità del negativo” Ugo Mulas realizzò una delle prime immagini della serie “Verifiche” che, per il rigore formale e l’analisi del medium, è considerata tra le opere più importanti della fotografia dell’epoca.
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Ugo Mulas. Vitalità del negativo

pagine: 208 pagine

“Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70” fu la prima mostra organizzata da Incontri Internazionali d’Arte (associazione fondata da Graziella Lonardi Buontempo a Roma) e diede avvio a un’importante attività di promozione dell’arte contemporanea, italiana ed estera. La mostra riunì 33 artisti che sono oggi l’emblema dell

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