Nell'ambito dell'incontro "Ritorno al futuro a Falerii" presso il Museo Archeologico dell’Agro Falisco (Civita Castellana, VT) verranno presentate al pubblico le ultime novità delle ricerche in corso sull’antica Falerii.
Andrà in scena un dialogo tra iniziative presenti, che hanno di fatto dischiuso le porte per il futuro, e un passato ormai lontano – la fine dell’Ottocento – ma che a Civita Castellana ha fortemente inciso sulla realtà attuale.
Da un lato, i membri dell’équipe della Sapienza Università di Roma (Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Insegnamento di Civiltà dell’Italia preromana) presenteranno gli esiti della prima campagna di scavi del giugno 2022 a Vignale, uno dei due colli su cui l’antica città di Falerii sorgeva. Si tratta di una ripresa importante delle ricerche sul campo a oltre un secolo dalle indagini di Raniero Mengarelli e dopo un trentennio dalle ricognizioni britanniche della fine del secolo scorso. Lo scavo è stato condotto in regime di concessione del Ministero della Cultura e in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale ed è stato reso possibile grazie a un finanziamento della Fondazione Carivit.
Dall’altro, si intavolerà una discussione sulla storia della tutela del patrimonio archeologico, a partire da "lo strano caso di Francesco Mancinelli Scotti", di recente analizzato nel dettaglio nel volume omonimo, pubblicato dalla Fondazione Luigi Rovati. L'archeologia dell'Italia negli anni immediatamente successivi all'Unità trova infatti a Civita Castellana una delle origini più vivaci. Nel clima avventuroso e avventuriero delle imprese di scavo civitoniche, una figura minore ma di spicco fu certamente Francesco Mancinelli Scotti. Nato da nobile famiglia umbra decaduta, fu giornalista e garibaldino, prima di essere abbagliato dal fascino dell’archeologia. Gli scavi archeologici di Mancinelli Scotti nel territorio falisco furono innumerevoli, non sempre sotto il controllo del Ministero, e alle sue attitudini di mercante d’antichità dobbiamo la drammatica dispersione sul mercato antiquario straniero di tanti dei capolavori archeologici che oggi sono esposti nei grandi musei archeologici europei e statunitensi. Valentino Nizzo, Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, e Jacopo Tabolli, Ricercatore di Etruscologia e Antichità Italiche all'Università per Stranieri di Siena, dialogheranno assieme sul rapporto tra archeologia nazionale e archeologia locale proprio attorno al caso di Mancinelli Scotti.
Il dialogare sull’archeologia civitonica sarà anche l’occasione per presentare al pubblico locale la convenzione Tular Rasnal, promossa dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, alla quale il Comune di Civita Castellana ha recentemente aderito.
Giovedì 30 giugno | ore 17.00 Museo Archeologico dell’Agro Falisco Forte Sangallo Via del Forte 82, Civita Castellana Ingresso libero
Il conte Francesco Mancinelli Scotti, di nobile famiglia umbra decaduta, viene colto a circa quarant’anni dalla “insana passione” per l’archeologia e gli scavi e dedica i successivi quaranta a “devastare” il territorio del Lazio settentrionale. Uomo di grandi slanci, che lo portano a vent’anni a entrare nelle fila garibaldine, Frances
Inserisci un commento