ARTURO MARTINI A VERBANIA | 27 MAGGIO - ORE 17.30
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ARTURO MARTINI A VERBANIA | 27 MAGGIO - ORE 17.30

27 mag 2017
ARTURO MARTINI A VERBANIA | 27 MAGGIO - ORE 17.30

Nell'ambito della mostra "I volti del cuore. La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini" al Museo del Paesaggio di Verbania-Pallanza, Johan & Levi editore è lieta di annunciare la presentazione della biografia Arturo Martini. La vita in figure di Elena Pontiggia che, a settant’anni dalla scomparsa, aiuta a far conoscere la figura e l’opera di questo grande artista, tra i maggiori scultori del Novecento europeo.

Con l'autrice, che è anche curatrice della mostra, saranno presenti Massimo Terzi, Presidente del Museo del Paesaggio, e Federica Rabai, Conservatore.

 

Sabato 27 maggio - ore 17.30

Museo del Paesaggio - Cortile di Palazzo Viani Dugnani

Via Ruga 44 - Verbania

Ingresso libero

 

In caso di maltempo la presentazione si svolgerà nell'Aula Magna della Scuola di Polizia Penitenziaria,

Piazza Papa Giovanni XIII, Pallanza.

Arturo Martini - La vita in figure
Scultore prodigioso nel forgiare immagini e narrare miti, Arturo Martini (1889-1947) si è consacrato interamente a quest’arte “misteriosa ed egoista” che sottrae ogni energia a chi la pratica, come lui stesso scrisse. Un’esistenza, se priva di momenti epici, tutta votata alla reinvenzione dell’iconografia, tanto che avrebbe potuto dire, con il poeta Lucio Piccolo, “la vita in figure mi viene”. L’infanzia lacerata dalla povertà e dai contrasti familiari in una Treviso ancora medioevale, il talento precoce nel dar forma alla creta, l’impiego – ancora giovinetto – nella bottega di un orefice, l’insperata borsa di studio che gli consente di studiare a Venezia con lo scultore Urbano Nono, sono i primi passi di un individuo nato “in condizioni disperate” ma destinato a rinnovare le arti plastiche. La sua parabola lo condurrà poi a Monaco nel 1909, tappa disagiata quanto carica di stimoli, e a Parigi nel 1912, mentre è tra i “ribelli” di Ca’ Pesaro e aderisce al Futurismo. Terminata la guerra, Martini ha già trent’anni e, seppur riconosciuto come uno dei migliori interpreti dei nuovi ideali classici incarnati da “Novecento” e Valori Plastici, fatica ancora a mantenere sé e la moglie Brigida. Solo alle soglie dei quaranta arriva per lui la “stagione del canto”, una fase felice accompagnata nel 1930 da un nuovo amore con la giovane Egle e nel 1931 dal leggendario premio di centomila lire alla Quadriennale di Roma. Sono gli anni in cui porta la terracotta a vette monumentali e in cui realizza nuovi capolavori in pietra e in bronzo. La serenità culmina però in un voltafaccia. Ormai all’apice della fama, con un accanimento senza precedenti, Martini si scaglia contro la scultura e la accusa di essere “lingua morta”. A questa inspiegabile abiura si aggiungono, implacabili, la malattia e l’umiliazione di un processo di epurazione nel 1945, che gli mineranno le forze fino a spegnerlo a nemmeno cinquantotto anni. Elena Pontiggia narra le vicende umane e artistiche di Martini con lucidità e chiarezza esemplari, arricchendo il volume di dati inediti che gettano nuova luce sul suo percorso espressivo.
Scopri

Arturo Martini

La vita in figure

Elena Pontiggia

pagine: 304 pagine

Scultore prodigioso nel forgiare immagini e narrare miti, Arturo Martini (1889-1947) si è consacrato interamente a quest’arte “misteriosa ed egoista” che sottrae ogni energia a chi la pratica, come lui stesso scrisse. Un’esistenza, se priva di momenti epici, tutta votata alla reinvenzione dell’iconografia, tanto che avrebbe potuto dire,
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