20 nov 2017
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Il libro di Angelo Crespi affronta in modo divertente e divertito un tema della contemporaneità legato all'architettura e all'arte, e più latamente alla sociologia e alla religione. Se da un lato le chiese contemporanee, anche quelle progettate da celebri architetti, sono spesso un inno al brutto, spaesanti, prive di quella dimensione trascendente a cui la tradizione ci aveva abituati, dall'altro i musei, soprattutto i musei del contemporaneo, sono edifici magniloquenti che a livello simbolico hanno sostituito nelle città le antiche cattedrali.
Le chiese del contemporaneo sembrano edifici pagani, i musei edifici religiosi. E mentre nelle chiese la religione tende a svalutarsi in forme meno stringenti ma più sociali di convivenza, nei musei viene esaltata la dimensione sacra quasi che essi servissero a sacralizzare oggetti profani, come spesso sono le opere d'arte. Con il risultato che i fedeli disertano le chiese e abbandonano le reliquie, mentre assistiamo a nuove forme di pellegrinaggio di massa che hanno come meta i musei.
Il titolo, con un efficace gioco polisemico, sottolinea al contempo l'edificio divino, costruito in modo irreprensibile, e l'edificio eretto dai nuovi profeti laici della contemporaneità, cioè le archistar del decostruzionismo, demiurghi delle nostre città. Con ironia e tono da pamphlet attraverso numerosi esempi tra filosofia e invettiva, il saggio cerca di rappresentare lo stato delle cose di una religione smarrita e di un'arte che si fa nuova religione, con i propri luoghi di culto, i propri dogmi, il proprio linguaggio per adepti.
Autore: Angelo Crespi
Collana: Non solo saggi
ISBN: 978-88-6010-194-5
Pagine: 136
Prezzo: 11,00 €
Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali
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