«Ci sono oggetti che hanno abitato la nostra infanzia e sono un'oasi di pace rispetto alla complessità, spesso inutile, in cui siamo immersi, piccole certezze sempre uguali. Come scrive l'architetto Cino Zucchi: “Contenti di esistere, di fare il loro mestiere quotidiano, non la menano più di tanto”. Giulio lacchetti, designer, due volte Compasso d'Oro, ne ha selezionati 32 in una sorta di abbecedario,
Semplici formalità. Dallo stuzzicadenti al tappo dello champagne, dallo stecco del gelato al cerotto. “Strumenti di un rito esistenziale”, come diceva Ettore Sottsass. Oggetti la cui forma ormai è per tutti noi sostanza.»