14 feb 2019
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Il secolo delle Avanguardie ha riempito le storie dell'arte di opere "rivoluzionarie". Ma ce ne sono alcune che ancora oggi continuano a urticare gli occhi e la mente. Sono le opere-catastrofe, quelle in cui la curva evolutiva della storia dell'arte raggiunge un punto di biforcazione e si trasforma improvvisamente in qualcosa di completamente diverso, inaugurando un vero e proprio cambio di paradigma. Attraverso queste opere, l'idea di arte che il Novecento ha ereditato dai secoli precedenti si sdoppia in due concetti quasi incompatibili, che siamo soliti chiamare, con termini impropriamente cronologici, arte "moderna" e arte "contemporanea". Per molti queste opere sono provocazioni, bluff, feticci intellettuali dell'élite che controlla il "sistema" dell'arte in connivenza con i "mercanti d’aura". In realtà annunciano una concezione dell'arte quasi impensabile ai tempi in cui apparvero, e talmente diversa da quella incarnata nella nostra enciclopedia che fatichiamo ancora oggi ad accettarla.
Luigi Bonfante racconta le storie delle profezie più clamorose del Novecento, mettendole in relazione con il loro contesto storico-culturale e con la personalità, le idee e la vita dei loro autori: Malevič e Quadrato nero; Duchamp e Fountain; Cage e 4'33''; Rauschenberg ed Erased De Kooning; Klein e Le vide; Manzoni e Base magica; Warhol e Brillo Box. Perché il significato e l'influenza delle opere-catastrofe è soprattutto nell'aura di questi artisti, cioè nella loro capacità di immaginare e praticare un nuovo modo di vivere l'arte.
Autore: Luigi Bonfante
Collana: Saggistica
ISBN: 978-88-6010-215-7
Pagine: 182
Prezzo: 13,00 €
Storie di opere che hanno diviso il Novecento
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