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Arte Programmata cinquant’anni dopo
- ISBN: 9788860100801
- Anno: 2012
- Pagine: 76
- Formato: 12 X 18 cm
- Prezzo: 8,90 €
- Ebook: 9788860101310
- Prezzo Ebook: 4,99 €
A cinquant’anni dalla prima mostra di Arte Programmata (Milano, 1962), l’autore propone una riflessione su ciò che resta di un esperimento di neoavanguardia che ha tentato di coniugare teoria della percezione e produzione industriale. Voluta da Bruno Munari, presentata da Umberto Eco, sponsorizzata dalla Olivetti, l’Arte Programmata non è solo un movimento italiano riconducibile al più vasto mondo dell’arte cinetica, ma un vero e proprio tentativo di definizione del campo dell’arte, ai tempi della società industriale e cittadina, che muove dal nuovissimo concetto – per allora – di “programmazione”, attorno a cui ruotava tutto il dibattito interno agli intellettuali vicini alla Olivetti, che proprio in quegli anni era all’avanguardia nel campo dei piccoli processori elettronici. Superato un lungo periodo di oblio e di silenzio, oggi l’Arte Programmata gode di nuovo favore, e di un rinnovato interesse critico, storico e di mercato: perché sta avvenendo ciò? Cosa rende ancora attuale quel movimento? Quale movimento di nostalgia e di “revival” riesce a innescare tutt’oggi? Un’agile riflessione che passa senza soluzione di continuità dagli anni Sessanta ad oggi che cerca di dare una risposta alle ragioni di questo successo, e contemporaneamente indaga sulle possibilità di un’utopia legata al concetto di “arte industriale”, mentre riflette su quella definizione di “arte”, il vero motivo che è riuscito a trascendere il mezzo secolo che ci separa dalla sua prima uscita.
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Marco Meneguzzo (1954) insegna Storia dell’arte contemporanea e Museologia e gestione dei sistemi espositivi all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Come curatore indipendente, sull’argomento in questione, ha realizzato importanti rassegne, tra cui “Azimuth & Azimut” al pac di Milano (1984), “Arte Programmata 1962” al Museo di Galliate (2000), “Arte Cinetica e Programmata in Italia” alla Galleria Niccoli di Parma (2000), “Kinetik Kunst aus Italien 1958-1968” (2002-03), “Zero. Tra Germania e Italia 1958-1968” al Palazzo delle Papesse di Siena (2004) e, in preparazione, “Programmare l’arte. Olivetti e la neoavanguardia cinetica” presso il negozio Olivetti di Venezia e il Museo del Novecento a Milano (2012). Collabora alle pagine d’arte di Avvenire ed è tra i corrispondenti italiani di Artforum. Per i tipi di Johan & Levi ha pubblicato di recente: Breve storia della globalizzazione in arte (e delle sue conseguenze).
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